Il governo rispetta e attua le decisioni della Corte costituzionale; pertanto, non prende in considerazione la richiesta di dimissioni della Ministra della Giustizia Dominika Švarc Pipan; lo sottolinea la presidenza del Consiglio dei ministri. Ritiene che gli stipendi dei giudici siano inadeguati, ma parallelamente alla regolamentazione delle retribuzioni dei giudici devono venir eliminate anche le disparità salariali negli altri segmenti del pubblico impiego. Già un anno fa il governo aveva individuato una situazione potenzialmente incostituzionale nel settore delle retribuzioni dei funzionari nel sistema giudiziario. Per tale motivo ancor prima della sentenza della Corte costituzionale, arrivata a giugno, aveva cercato di trovare una soluzione attraverso il dialogo. L'attuazione anticipata o parziale di un accordo su aumenti salariali per un singolo comparto potrebbe innescare un effetto domino, con analoghe richieste da altri comparti, rileva il governo; quindi, non è la strada giusta da percorrere, è necessaria una regolamentazione integrale del sistema retributivo.
La Ministra della Giustizia, Dominika Švarc Pipan ha confermato dal canto suo che la sentenza della Corte costituzionale sugli stipendi dei giudici verrà attuata, ma con qualche ritardo. Si è detta convinta che le sue dimissioni non aiuterebbero a risolvere la questione. “Capisco la rabbia dei giudici, in quanto le loro richieste sono giustificate e legittime”, ha aggiunto, “li invito però ad avere pazienza”. Ha poi ribadito che lo sciopero non è la strada più efficace e migliore per arrivare ad una soluzione. Giovedì, lo ricordiamo, la categoria ha annunciato una protesta dal 10 al 24 gennaio; in questo periodo il lavoro verrà di conseguenza adeguato, verranno affrontati atti procedurali solo nei casi richiesti dalla legge. Oltre ad annunciare la protesta i giudici hanno anche chiesto le dimissioni della Ministra della Giustizia e del premier, Robert Golob.
Delio Dessardo