La riforma della sanità pubblica è un cavallo di battaglia del premier, Robert Golob, che per realizzare quanto promesso in campagna elettorale ha sacrificato un ministro della Salute e già invocato un secondo mandato perché, ha detto a inizio anno, serve tempo per realizzare tutte le riforme in cantiere. Il consiglio dei ministri nel castello di Brdo presso Kranj è servito a fare il punto sull'attività governativa dopo la pausa estiva, ma la pioggia che si è abbattuta su tutto il paese ha spostato l'attenzione sul (poco) tempo rimanente in questa legislatura per portare a termine le riforme in cantiere. In termini di sanità pubblica Golob ha utilizzato sempre lo stesso schema: rafforzare l'assistenza sanitaria di base per garantire un sistema sanitario accessibile a tutti e sostenibile per le finanze pubbliche. Ieri la ministra della Salute, Valentina Prevolnik Rupel, ha annunciato che i confini fra sanità pubblica e privata saranno molto più netti. Nel documento preparato dal suo ministero, inoltre, è presente un approccio coordinato e integrato di tutti i soggetti interessati allo sviluppo dell'assistenza sanitaria di base. Ma sul tavolo del governo non c'è solo il dossier sanità, e per Golob il sentiero delle riforme è sempre più stretto, mentre l'opposizione incalza con le sue pratiche ostruzionistiche. Non solo la convocazione della commissione parlamentare per la candidatura di Marta Kos a commissaria europea, ma anche la richiesta di dimissioni al ministro delle Finanze, Klemen Boštjančič, che derubricato le considerazioni della Corte dei Conti su irregolarità di bilancio a diverse interpretazioni della legge sulle finanze pubbliche.
Valerio Fabbri