L'Ungheria entrerebbe nella società 2TDK con un capitale di 200 milioni di euro cofinanziando il potenziamento dellla tratta ferroviaria tra Capodistria e Divaccia, il Governo sloveno consentirebbe alle aziende ungheresi di entrare nel porto di capodistria affittando 30mila metri quadrati al di fuori delle aree date in concessione allo scalo, ma a determinate condizioni anche all'interno delle stesse. I termini imposti da Budapest, scrive oggi in prima pagina il quotidiano Delo, non sono stati resi noti. Ad ogni modo la quota magiara a Capodistria sarebbe minore di quella investita nel porto di Trieste. La società pubblica ungherese Adria Port ha infatti acquistato un'area di 32 ettari con una linea di costa di 300 metri nello scalo giuliano, firmando un contratto di compravendita per la realizzazione di un nuovo terminal multi-purpose nell'area dell'ex raffineria Aquila.
La Slovenia dal canto suo investirebbe nel progetto infrastrutturale, del valore di più di un miliardo di euro, 322 milioni di euro. Già il Governo Cerar aveva tentato di coinvolgere nel progetto l'esecutivo di Budapest ma l'iniziativa si era bloccata perche osteggiata dall'allora ministro per le infrastrutture Alenka Bratušek che continua a ribadire la sua contrarietà ad aprire ad investitori stranieri, è un assurda e non necessaria svendita della Slovenia, ha commentato. La bozza dell'accordo di collaborazione presentato dal Governo Janša, alleato ungherese, al comitato esteri è stato aspramente criticato dai partiti di opposizione Lista Šarec, socialdemocratici, Levica Sinistra e non ultimo il partito Alenka Bratušek. Quando il testo verrù avallato si passerà nella seconda fase e inizieranno i veri e propri negoziati con Budapest per la firma dell'accordo. (ld)