Se restano aperti i negozi, allora perché chiudere i musei, che in qualche modo sono dei negozi anche loro, ma offrono cultura, e sono per giunta assai meno affollati?
Parla così Franco Juri, direttore del Museo del mare, dove una bella mostra sulle saline di Cervia appena arrivata a Pirano dalla località romagnola rimane inaccessibile al pubblico. "Speravamo che i visitatori e gli amici di Palazzo Gabrielli potessero vederla tranquillamente, anche perché in un periodo come questo, con il lockdown e il confinamento, forse dal punto di vista psicologico è importante poter avere accesso a proposte non a rischio. Penso che né i musei né altre istituzioni culturali in questo momento siano luoghi dove il rischio è maggiore. Comprendo le difficoltà del Paese - non solo del nostro - e la necessità di mantenere una disciplina rispetto al pericolo di contagio", spiega Juri, "ma proprio istituzioni culturali come musei e gallerie d'arte sono in grado di offrire ai visitatori - comunque pochi e anzi pochissimi stante il divieto di uscire dai comuni - uno spiraglio di normalità in questa situazione abbastanza plumbea". Un errore dunque chiuderli, sottolinea il direttore del museo piranese. "Se i negozi sono aperti, e nei negozi si sa c'è molta più ressa e molta più gente, avrebbero potuto rimanere aperti anche - chiamiamoli così - i negozi che offrono cultura".
Le disposizioni che hanno imposto la serrata sono transitorie. Una settimana? Diventeranno almeno tre, ragiona Juri. "Noi comunque ci teniamo pronti e speriamo di poter riaprire quanto prima, anche perché una mostra itinerante non può rimanere qui all'infinito. E "L'oro bianco di Cervia" è davvero una mostra molto interessante, che collega le caratteristiche dell'Alto Adriatico e di due città , Pirano e Cervia, accomunate appunto dal sale". (ornella rossetto)
Suggerimenti
Nessun risultato trovato.
Risultati della ricerca
Risultati della ricerca
Risultati della ricerca
Risultati della ricerca
Risultati della ricerca
Risultati della ricerca
Risultati della ricerca
Risultati della ricerca