Il governo ha approvato un provvedimento che vieta agli addetti del comparto sanitario di viaggiare nei paesi in cui è stato rilevato il coronavirus. Di fatto non è loro consentito di lasciare la Slovenia
Da lunedì scatta il blocco delle scuole di ogni ordine e grado. Alcune università, tra cui quella di Capodistria, avevano già chiuso i battenti. Saranno poco meno di 300.000 i bambini e i ragazzi che rimarranno a casa. Una scelta non priva di conseguenze. Chi ha figli minori di 10 anni può richiedere il congedo parentale, la retribuzione ammonterà all’80% del salario. Apprensione per il fatto che molti genitori operano proprio nel comparto sanitario, che in questo momento è particolarmente sotto pressione. Il consiglio è quello di non affidare i bambini ai nonni, visto che sono un veicolo di contagio e che proprio negli anziani il coronavirus ha effetti più gravi. Senza scuole verranno cancellate corse nei trasporti pubblici, mentre c’è preoccupazione perché senza il servizio di refezione scolastica molti ragazzi rischiano di rimanere senza l’unico pasto caldo della giornata.
Quello che è comunque chiaro a tutti è che nell’immediato futuro nulla sarà più come prima. "La Slovenia- ha detto Šarec- ha saputo fronteggiare con successo molte situazioni e così sarà anche questa volta". L’appello per tutti è quello di stare a casa, a non recarsi dal medico o al pronto soccorso in caso si manifestassero sintomi della malattia, ma chiamare i numeri dedicati dove saranno fornite tutte le indicazioni del caso. La raccomandazione è di non stigmatizzare o prendere di mira i malati. Nel paese si sono già registrati spiacevoli episodi.
Stefano Lusa