Il sindaco di Lubiana, Zoran Jankovič. Foto: BoBo/Borut Živulović
Il sindaco di Lubiana, Zoran Jankovič. Foto: BoBo/Borut Živulović

"Inizierò scusandomi con i media di essere ancora il sindaco, e anche di non aver rilasciato ieri alcuna dichiarazione poiché ero assente per malattia". Con questa frase teatrale il primo cittadino di Lubiana ha cercato di "sbocciare" il mucchio, di accuse e non di bocce in questo caso, che si era creato intorno a lui dopo che nella giornata di martedì si erano diffuce notizie di perquisizioni a tappeto in diverse città del paese, ma soprattutto anche in alcune municipalizzate lubianesi, nella sede della società calcistica della capitale e nella residenza di Zoran Janković. Che, per la prima volta, sembra non avere in mano il boccino della partita e di essere lui nel mirino degli investigatori. Lui si professa innocente ed è pronto a dare ancora una volta battaglia nei tribunali, dove ha una lunga frequentazione che finora non ne ha scalfito la permanenza sullo scranno più alto del consiglio comunale di Lubiana, da dove supervisiona, dirige, e decide da quasi 20 anni. "Zoki dela" (Zoki lavora) è stato il suo mantra quando le critiche e i processi lo colpivano, sempre impegnato a lavorare per il bene dei cittadini e di quella che continua a chiamare "la più bella città del mondo", una Lubiana che è cambiata con lui e forse ha cambiato pure lui. Negli ultimi anni, però, la luna di miele fra il sindaco e i cittadini sembra essersi raffreddata, testimoniata dapprima con un'affluenza intorno al 20% nel voto delle amministrative di novembre scorso, che gli ha consegnato il quarto mandato.
Come ha candidamente spiegato egli stesso ai media, non ha saputo spiegare ai suoi nipoti i motivi di una perquisizione domiciliare immotivata, secondo lui. L'ultima dopo che sulla sua testa pesa anche la costruzione di Kanal C0, oggetto di un'indagine della magistratura oltre che di una commissione parlamentare d'inchiesta. L'accusa di mancata trasparenza in alcune operazioni di sponsorizzazioni sportive arrivata martedì, però, segna forse l'ultimo incantesimo spezzato che lo legava ai lubianesi, perché si ricercavano anche le carte per l'autorizzazione di uno dei tanti cantieri edili che si vedono in città.
Valerio Fabbri