Janez Janša (a sinistra) insieme ad Aleš Hojs, ex ministro dell'Interno e responsabile territoriale del Partito Democratico Sloveno (SDS) a Lubiana. Foto: Valerio Fabbri/Radio Capodistria
Janez Janša (a sinistra) insieme ad Aleš Hojs, ex ministro dell'Interno e responsabile territoriale del Partito Democratico Sloveno (SDS) a Lubiana. Foto: Valerio Fabbri/Radio Capodistria

L'appuntamento per depositare la propria firma sulla richiesta di referendum portata avanti dal Partito democratico sloveno si è trasformato in un'occasione per sparigliare le carte del dibattito politico. Di fronte al banchetto allestito dagli attivsiti dell'SDS per la raccolta firme, Janša ha annunciato che l'attività sul territorio terminerà con una settimana di anticipo rispetto alla scadenya prevista del 26 marzo.
E quando ha risposto alle domande dei giornalisti, ne ha avute per tutti.
Il referendum è prima di tutto una questione di equità e rispetto, ha detto, perché non è corretto privilegiare alcuni fortunati. E la polemica sull'utilizzo controverso di materiale fotografico è destinata a continuare, nonostante Sinistra/Levica abbia annunciato denunce penali. Nel mirino di Janša c'è tutto il governo, accusato di mentire ad ogni occasione. Per questo il prossimo manifesto vedrà raffigurati i volti del premier e di altri rappresentanti del potere politico con la scritta "Vi stanno mentendo", perché con questa maggioranza le bugie sono diventate un tema politico. Dalla ricostruzione a rilento delle zone alluvionate alle lacune in tema sicurezza, i temi citati sono stati molti. La procedura di riforma costituzionale sulla formazione del governo, avviata grazie anche ai voti mancanti dell'SDS che hanno fatto abbassare il quorum, ha acuito la distanza con Nuova Slovenia e con il suo leader, Matej Tonin, con il quale nei giorni scorsi c'è stato in merito un duro e aspro scambio di accuse sui social. Ma secondo Janša le critiche dell'europarlamentare dei cristiano-democratici non meritano troppa attenzione, perché con ogni probabilità non sarà lui a guidare il partito alle prossime elezioni.
Chiusura infine sulle consultazioni di Pirc Musar con i partiti, per identificare i profili giusti per guidare la Banca di Slovenia e l'ufficio del Difensore civico per i diritti umani. Un meccanismo malgestito, che gli ricorda gli incontri dei presidenti della Jugoslavia prima del crollo, quando l'unico risultato di ogni consultazione era l'annuncio di un nuovo round.

Valerio Fabbri

Foto: Valerio Fabbri/Radio Capodistria
Foto: Valerio Fabbri/Radio Capodistria
Janša a colloquio con gli attivisti al banchetto per la raccolta firme, prima di parlare con i media. Foto: Valerio Fabbri/Radio Capodistria
Janša a colloquio con gli attivisti al banchetto per la raccolta firme, prima di parlare con i media. Foto: Valerio Fabbri/Radio Capodistria
Janša all'uscita dell'unità amministrativa di Lubiana Bežigrad, dopo aver depositato la sua firma. Foto: Valerio Fabbri/Radio Capodistria
Janša all'uscita dell'unità amministrativa di Lubiana Bežigrad, dopo aver depositato la sua firma. Foto: Valerio Fabbri/Radio Capodistria