L'Istria slovena, così come tutta la regione Litorale, rappresenta un luogo unico dove si intrecciano culture e lingue diverse che devono educarsi a guardare sempre di più verso il futuro, piuttosto che indugiare sul passato. E' quanto emerso dal dibattito andato in scena ieri sera per parlare di Europa, di collaborazione e di sviluppo del territorio che, ad esempio, può essere incentivato anche tramite le sinergie economiche delle attività portuali di Capodistria e Trieste.
Nel dialogo fra Slovenia e Italia, comunque, i relatori hanno notato che sono stati già raggiunti molti traguardi: dal ritorno della Casa del Popolo alla comunità slovena in Italia fino al progetto delle due Gorizie, che nel 2025 festeggeranno il traguardo di Capitale europea della cultura, la prima transfrontaliera. Fra i relatori anche la deputata del Partito Democratico in rappresentanza della comunità slovena in Italia, Tatjana Rojc, che ai nostri microfoni ha detto: "l'importanza di GO!2025 è proprio questa: aver messo in dialogo, in una collaborazione d'amicizia vera un territorio che prima, fino a 20 anni fa, era diviso. e aver quindi creato una fattiva collaborazione, con lo sguardo rivolto al futuro. La capitale europea della cultura non comincia l'8 febbraio 2025, ma inizierà il primo gennaio del 2026, perché quello che lasceremo dietro alle spalle sarà non solo il messaggio, ma anche qualcosa di concreto: un investimento per un futuro di Europa di dialogo di collaborazione e di idee".
L'eurodeputato socialdemocratico Matjaž Nemec, capolista del suo partito in cerca di una conferma a Bruxelles, ha posto l'accento sul profilo sempre più delineato e riconoscibile della Slovenia nel consesso europeo e internazionale. In merito allo sviluppo di GO!2025 e del territorio, Nemec ha detto che il suo impegno è ispirato da sentimenti di coesione e collaborazione: "questo deve essere un progetto che ci mette sulla mappa del mondo, parlando di noi, del nostro passato, delle nostre vittorie raggiunte assieme. In questi decenni abbiamo fatto un progresso tale che se ne parla anche in Slovenia, e io lo racconto quando viaggio come delegato nei Balcani, parlo di noi di quanto impegno abbiamo messo per costruire questi rapporti. E ce l'abbiamo fatta a mettere in pratica questo concetto europeo, perché siamo ognuno con la nostra storia, una storia europea che va raccontata per un futuro migliore. E penso che il futuro ci sia già, perché il presente è migliore di quel che era il passato."
Valerio Fabbri