Un venerdì di lavori intensi per i parlamentari, convocati in Camera di Stato per una seduta straordinaria di votazioni che ha come centro di gravità politica le dimissioni di Švarc Pipan, la politica ex Socialdemocratica che ieri ha formalmente salutato il governo, dopo aver fatto lo stesso con il suo partito da diverse settimane. E se i Socialdemocratici l'hanno scaricata prima ancora che iniziasse una crisi profonda, arginata solo in parte dalla conferenza del partito di lunedì che, di fatto, ha solo rinviato i problemi al congresso di aprile, l'orizzonte politico di Švarc Pipan non è chiaro. Perché non è escluso che possa ricevere l'interim del ministero della Giustizia, nonostante Golob abbia assicurato di prenderlo fra le sue competenze esecutive. Il tutto in attesa di identificare il sostituto ideale, che secondo il vicepremier in quota Movimento Libertà, nonché ministro delle Finanze, Klemen Boštjančič, deve essere il miglior esperto possibile, senza guardare alle rispettive quote di governo.
Con l'attenzione focalizzata su un tema che nelle scorse settimane ha rischiato di far saltare la coalizione di governo, i deputati sono prima chiamati ad esprimersi su temi spinosi quali inclusione digitale, scuola primaria e tutela dell'ambiente. E proprio quest'ultimo punto, che sarà votato dai deputati in seconda lettura, apre scenari divisivi a livello politico e dirompenti a livello sociale, per le ripercussioni che potrebbe avere in termini industriali. Ieri circa 500 persone, dipendenti, ex dipendenti e fornitori di Salonit Anhovo, hanno manifestato davanti al municipio di Canal d'Isonzo, nel goriziano, per protestare contro una legge che secondo loro metterebbe a rischio l'esistenza stessa dell'azienda. Un emendamento proposto dalla maggioranza, che inasprisce i requisiti relativi alle emissioni degli impianti di coincenerimento, secondo l'azienda e gli stessi dipendenti renderebbe impraticabile proseguire l'attività senza perdere competitività.
Valerio Fabbri