La Presidente di Transparency International Slovenia, Neža Grasselli, attribuisce lo scarso risultato del Paese a causa dell'indebolimento del sistema giudiziario. "Per punire efficacemente tutti i reati di corruzione e garantirne il controllo, è importante che i responsabili decisionali non solo garantiscano le leggi e le procedure migliori, ma forniscano anche indipendenza, risorse e trasparenza al sistema legislativo", ha dichiarato ancora Grasselli. Nella scala di percezione della corruzione, la Slovenia condivide il 42º posto con l'Italia e la Repubblica Dominicana, mentre la Croazia slitta al 57º posto su un totale di 180 paesi.
La situazione non sta migliorando nemmeno a livello mondiale, ha affermato l'organizzazione di Transparency. Negli ultimi dieci anni, la maggior parte dei Paesi non è riuscita a compiere progressi reali nell'affrontare il problema. La media globale è quindi rimasta invariata a 43 punti per il 12° anno consecutivo. Ben due terzi dei Paesi del mondo hanno un punteggio inferiore a 50. Secondo l'indice i Paesi meno corrotti sono la Danimarca, la Finlandia e la Nuova Zelanda. In fondo alla classifica troviamo invece il Venezuela, la Siria, il Sud Sudan e la Somalia. L'Europa occidentale rimane la regione con il punteggio più alto: una media di 65 su 100 punti.
Un risultato, quello ottenuto dalla Slovenia che non sorprende viste anche le circostanze dell'ultimo periodo. La Commissione slovena (KPK) per la prevenzione della corruzione avverte: "Abbiamo bisogno di un cambiamento sistemico, di responsabilità e un cambio di mentalità. Lo Stato è di tutti noi." Ritengono inoltre sia necessaria la cooperazione reciproca tra tutte le parti della società, il coerente rispetto dei doveri di tutte le istituzioni competenti e l'aggiornamento della legge in materia.
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