La Slovenia chiude i battenti, dalla mezzanotte bloccati i trasporti pubblici, chiusi i locali e gli esercizi commerciali ad eccezione dei negozi di alimentari, farmacie, posta e pompe di benzina. Cancellati tutti gli eventi pubblici. Le autorità hanno chiesto ai cittadini di andare a fare compere solo in caso di reale necessità ed in questo caso si raccomandano che a farlo sia un solo membro della famiglia. L’appello per gli anziani è quello di delegare ad altri l’incombenza della spesa. Il consiglio per tutti comunque è di ricorrere, laddove è possibile, agli acquisti on- line. Si precisa che le scorte sono più che sufficienti e che la merce non rischia di sparire dai negozi.

Cancellata anche la sorveglianza dei bambini i cui genitori svolgono lavori indispensabili per il paese. Il premier Janez Janša ha chiesto ai sindaci organizzare il servizio a domicilio.

Sono oltre 200 i casi di coronavirus in Slovenia, dopo il primo decesso di ieri sera, si aggrava la situazione per tre pazienti ricoverati in terapia intensiva. Tra i contagiati anche una infermiera del poliambulatorio di Santa Lucia. La struttura, comunque, rimarrà aperta. Si precisa che, visto l’andamento dell’epidemia, a chi presenta lievi sintomi della malattia non sarà più fatto il tampone e non sarà nemmeno più necessario farsi vedere dal medico. Ciò avverrà solo se il quadro clinico peggiorerà.

Dal Policlinico di Lubiana intanto lanciano un appello alla popolazione: evitare lavori o sport rischiosi per non intasare ulteriormente il sistema sanitario nazionale. Nella capitale, davanti alla principale caserma, il genio militare sta montando un ospedale da campo per far fronte all’emergenza.

Il ministero degli esteri sconsiglia tutti i viaggi all’estero ed intanto si chiudono i confini anche per i cittadini sloveni. Prevista la quarantena per coloro che entrano in Croazia, sin ora valeva per quelli che arrivavano dall’Italia. Il provvedimento riguarda anche i frontalieri.

Intanto il traffico merci è fermo o quasi, i camion ed i passeggieri bloccati a Fernetti passano solo in convogli scortati, non sono gli unici ad essere rimasti intrappolati tra un confine e l’altro dal virus. La diplomazia è a lavoro per risolvere la situazione, intanto a chi non passa non rimane che aspettare.

Stefano Lusa

Foto: MMC RTV SLO
Foto: MMC RTV SLO