Su iniziativa delle opposizioni si sono riuniti nella tarda mattinata in seduta congiunta i comitati parlamentari per gli affari esteri e per la cultura.
Che tra il premier Janez Janša e la maggior parte della sfera giornalistica slovena non corra buon sangue è r+isaputo da ormai trent'anni anni. L'ascia di guerra fu dissotterrata già durante la sessione inaugurale del primo parlameno democratico, nel maggio del 1990, quando Janša pronosticò ai giornalisti, formatisi inevitabilmente nel periodo comunista, il canto del cigno. Al potere o all'opposizione il leader dell'SDS non ha mai risparmiato frecciate agli autori di articoli e servizi che non digeriva. E fanno certamente al caso suo le reti sociali a partire da Twitter sebbene qualche suo tweet poco signorile, per dirla con un eufemismo gli sia già valso una condanna del giudice. E quando alcune organizzazioni europee per la libertà di stampa hanno fatto presente che Janša ha preso di mira l'ente radiotelevisivo nazionale i cui giornalisti, che sono troppi e strapagati, diffondono notizie false la commissaria per i diritti umani del Consiglio d'Europa ha ritenuto opportuno reagire. In risposta da Lubiana è stata spedita una lettera in cui si afferma che gran parte della sfera mediatica slovena trae origine dal regime comunista e che finora i tentativi di creare dei media nuovi e indipendenti dal lascito del passato totalitario sono falliti a causa del boicottaggio degli inserzionisti. La lettera non fa menzione del minimpero mediatico che nel frattempo l'SDS è riuscito lo stesso a costruirsi con grande aiuto del capitale ungherese. Il testo della lettera a Strasburgo sarebbe stato redatto dall'Ufficio governativo per la comunicazione all'insaputa del ministro degli esteri Logar e dello stesso Janša, ma non tutti ci credono. Il contenuto ha colto in contropiede gli stessi partner dell'SDS nella coalizione di governo: SMC, Desus e Nuova Slovenia che se ne sono distanziati, per non parlare delle reazioni dell'Associazione dei giornalisti nonché' di RTV Slovenia e dell'agenzia stampa STA, citate tutte e due dalla lettera. Quanto alle opposizioni che hanno chiesto la convocazione dell'odierna riunione congiunta in parlamento, la Sinistra pretende anche le dimissioni del Capo diplomazia Anže Logar.
Boris Mitar