Padre del moderno concetto di psichiatria, Basaglia fu l'iniziatore della legge del 1978 con la quale l'Italia superò il concetto dei manicomi come luoghi chiusi, per concentrarsi sulla cura della malattia mentale nel rispetto della personalità umana. Una rivoluzione che iniziò a Gorizia, dove Basaglia assunse la direzione dell'ospedale psichiatrico. Come ha detto Stojan Pelko, direttore degli eventi di GO!2025, l'iniziativa congiunta con l'Istituto italiano di cultura di ricordare Basaglia rientra proprio nell'ottica di riempire con contenuti quegli spazi dove prima c'erano muri. Il lavoro dello psichiatra è però indissolubilmente legato a Trieste, per questo la serata è iniziata con il documentario »Trieste racconta Basaglia«, del 2012, un percorso che ricostruisce il periodo 1971-1978 che la regista Erika Rossi descrive così: » il punto di vista del film è proprio sulla città, su come si racconta il percorso di riforma e su come la città visse quel momento. Le parole di Basaglia sono iconiche: noi violentammo la città, ma poi eravamo a prenderci la responsabilità di gestire la contraddizione che avevamo creato, anche perché eravamo convinti che quello che avevamo liberato della città era un poì il suo specchio». Un viaggio pioneristico fatto da un gruppo di psichiatri, specialisti, studenti e volontari, di cui Basaglia era il capofila, che ha coinvolto anche, se non soprattutto il territorio, capovolgendo il paradigma tradizionale nella convinzione che per cambiare il contenuto bisogna cambiare il contenitore, quindi come le persone venivano curate. Alla proiezione è seguita una tavola rotonda per ragionare sull'eredità del lavoro di Basaglia. Fra i relatori anche lo psichiatra Mario Colucci:» noi crediamo che in questo mezzo secolo molto sia cambiato. Una ricerca francese di qualche anno fa, che prendeva in considerazione anche Trieste, dimostrava le differenze della percezione della malattia mentale nella comunità, ovvero di come si era abbattuto lo stigma. Anche l'Organizzazione mondiale della Sanità ha riconosciuto a Trieste, insieme a Lille, in Francia, e a Campinas, in Brasile, come i tre luoghi dove si è realizzato un network, una rete di servizi di salute mentale per la cura del paziente che offrono anche un ottimo livello di assistenza e di integrazione sociale.»
Valerio Fabbri