Nonostante il tentativo del Partito Democratico, appoggiato da Nuova Slovenia di togliere dall’ordine del giorno la proposta di legge, ritenuta inutile, questa e’ stata approvata dai deputati del Comitato cultura. Come ha spiegato il proponente Matej Tašner Vatovec, della Sinistra, la proposta di legge non disciplina i diritti collettivi, ma quelli della sfera culturale degli appartenenti delle ex repubbliche Jugoslave. Secondo il parlamentare della sinistra la normativa andrebbe a disciplinare solo in parte quanto prometteva la classe politica ai tempi dell’indipendenza, “uno status speciale per queste comunità nazionali” ha precisato Tašner Vatovec. Secondo Sandra Gazinovski del Movimento libertà, la soluzione chiave del disegno proposto è l'attuazione di programmi e progetti culturali dei membri delle comunità nazionali dell'ex Jugoslavia. In concreto la proposta prevede il finanziamento ovvero il cofinanziamento dei progetti culturali attraverso dei bandi pubblici che verrà attuato direttamente dal Ministero della cultura. Un'altra soluzione prevede l’acquisizione da parte del Consiglio del governo per le questioni delle comunità nazionali dello status di organo consultivo permanente. Matevž Čelik Vidmar, rappresentante del Ministero della cultura ha affermato che la proposta viene appoggiata inquanto delinea un quadro che facilita la realizzazione dei diritti culturali che sono comunque già garantiti dalla costituzione. D’altro canto l’ufficio legale della Camera ha fatto notare che la normativa non stabilisce i diritti culturali e nemmeno la loro attuazione. Il dibattito ha riguardato principalmente l’articolo cinque proposti dai partiti di coalizione, questo impone al Ministero dell’istruzione di consentire ai bambini degli appartenenti delle ex Repubbliche Jugoslave di imparare la loro lingua materna e cultura nelle scuole dell’obbligo e medie superiori. Questa proposta non è stata accompagnata dall’opinione del Ministero preposto; dall’SDS e dall’NSi si sono chiesti se questa soluzione è discriminatoria nei confronti delle restanti minoranze, perplessità sono state mosse anche sull’impatto finanziario della proposta.
Dionizij Botter