Il ministro dell'Istruzione, Vinko Logaj (a sinistra), e il segretario generale del Sindacato di categoria (Sviz), Branimir Štrukelj, Foto: MMC RTV SLO/Valerio Fabbri/Radio Capodistria
Il ministro dell'Istruzione, Vinko Logaj (a sinistra), e il segretario generale del Sindacato di categoria (Sviz), Branimir Štrukelj, Foto: MMC RTV SLO/Valerio Fabbri/Radio Capodistria

La fiducia nel sistema pubblico scolastico è ancora intatta, ma dobbiamo evitare che venga erosa, come sta accadendo per la sanità pubblica. E' questa, in sostanza, l'essenza della prima riunione operativa fra Logaj e Štrukelj, dopo che il ministro ha sostituito Darijo Felda, dimessosi a metà settembre. In base ai dati dell'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse), la Slovenia ha un'età della popolazione docente superiore alla media, criticità cui si aggiungono dati allarmanti sull'abbandono da parte dei docenti della carriera scolastica e numeri negativi per quanto riguarda le iscrizioni. Parte da queste considerazioni la presa di posizione di Štrukelj, convinto come la vera crisi della scuola abbia origine dalla carenza di personale qualificato, cui è inevitabilmente collegata la crisi dell'istruzione. Per questo l'approccio congiunto di ministero e sindacato partirà da una fotografia della situazione attuale, che costituirà la base per l'elaborazione di misure sistemiche a breve, medio e lungo termine. Misure che, ha spiegato Logaj, potranno essere preparate anche dalle comunità locali e dalle scuole, più consapevoli delle necessità più immediate. E' opinione condivisa da entrambi che a stabilizzare il settore contribuiranno anche gli adeguamenti di stipendio in programma nella riforma salariale del settore pubblico, anche se non sarà sufficiente. Motivo per cui la proposta è di stabilire, di comune accordo, una quota minima obbligatoria del Prodotto interno lordo da destinare all'istruzione. Insomma, la strada tracciata sembra essere quella giusta ed è condivisa da entrambi. Non resta che percorrerla.

Valerio Fabbri

Foto: BoBo
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Foto: Valerio Fabbri/Radio Capodistria
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Foto: Valerio Fabbri/Radio Capodistria
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