Durante l'incontro di ieri con il premier, Janez Janša, e i rappresentanti del settore economia, i rettori delle università slovene hanno chiesto al governo di dare al più presto il consenso alle quote disponibili per le ammissioni agli istituti d'istruzione superiore e universitaria. Solo successivamente potranno prendersi tutto il tempo necessario per una valutazione strategica del numero ottimale dei posti d'iscrizione. Una valutazione necessaria, hanno concordato i presenti.
Il rettore dell’Università di Maribor, Zdravko Kačič, ha ricordato che presso gli istituti d'istruzione superiore presto si terranno le giornate di orientamento, durante le quali i futuri studenti dovranno essere informati riguardo il numero dei posti disponibili per un determinato programma di studio. Nel caso il consenso del governo non arrivasse in tempo utile, le pressioni sugli studenti delle scuole superiori - già forti a causa dell'epidemia - aumenterebbero ulteriormente. Altri presenti - al contrario - hanno ritenuto che un eventuale ritardo da parte dell'esecutivo non causerà grandi difficoltà. Kačič ha ricordato che la proposta sul consenso alle quote d'iscrizione è stata già concordata con il governo, dopo due mesi di confronto con i ministeri competenti. I dati sui posti d'iscrizione disponibili fanno anche parte dell'accordo di finanziamento che le università hanno stipulato con lo Stato.
La rettrice dell’Università del Litorale, Klavdija Kutnar, ha sottolineato che al momento l’università sta valutando nuovi accordi di 4 anni sui finanziamenti che riguardano anche le quote d'iscrizione. "Nel 2021 possiamo negoziare insieme una diversa quota", ha aggiunto.
Anche il rettore dell’Università di Lubiana, Igor Papič, ritiene che il consenso del governo dovrebbe arrivare al più presto, l'esecutivo - secondo le sue parole - è già in ritardo.
Il premier Janša ha detto che il governo ha ricevuto la proposta di consenso per l'esame in ritardo e che la persona responsabile è stata licenziata. Ha inoltre assicurato che l'esecutivo ha già esaminato la proposta nel modo formale più veloce possibile. "Potremmo infrangere le regole e inserire l'argomento all'ordine del giorno di una prossima riunione ignorando le procedure, ma il governo non fa queste cose, i ministri vogliono infatti sapere cosa stanno decidendo", ha affermato ancora in primo ministro.
E. P.