Il ministro delle Finanze, Klemen Boštjančič, si aspettava che le trattative di ieri con i sindacati del settore pubblico sulla riforma salariale e l'eliminazione delle disparità salariali sarebbero state impegnative, tutti infatti conoscono bene le tempistiche da rispettare. Spera comunque che le questioni chiave vengano concordate entro due o tre settimane. "Se vogliamo concludere e attuare l'accordo con il primo gennaio 2025, non abbiamo più molto tempo", ha detto il ministro. Secondo le sue parole, tutti comprendono che, nonostante la buona volontà, durante l'estate non ci saranno sicuramente negoziati così intensi. Perciò l'obiettivo è risolvere le questioni chiave o meglio arrivare ad una svolta entro un mese. Al contempo Boštjančič ha osservato che anche nelle trattative sugli schemi salariali non si è riuscito a trovare una soluzione alle questioni chiave, emergono infatti sempre nuove proposte. Infine, governo e sindacati del settore pubblico hanno concordato che i colloqui riprenderanno su tre livelli: proseguiranno quindi le trattative sugli schemi salariali, il gruppo di lavoro continuerà a preparare la nuova legge sui salari, al lavoro inoltre anche un gruppo negoziale ristretto.
Il presidente della Confederazione dei sindacati del settore pubblico, Branimir Štrukelj, ha definito "vivaci" le ultime trattative con il governo. Štukelj afferma inoltre di percepire che le posizioni delle due parti si stanno avvicinando, "tutti restiamo comunque preoccupati su come concludere i negoziati sui nuovi schemi salariali", ha detto. Ritiene però importante l'accordo per una costruttiva continuazione delle trattative: "Ora è diventato chiaro che alcune questioni più impegnative sono ancora rimaste aperte e che è importante non prendere posizioni esclusive", ha spiegato Štrukelj.
Jakob Počivavšek, a capo del secondo gruppo negoziale dei sindacati del settore pubblico, ha valutato però che l'atmosfera durante le ultime trattative "in realtà era abbastanza pessimista". "È comprensibile che entrambe le parti stiano diventando sempre più nervose "perché è necessario arrivare alla fine dei negoziati", ha detto, precisando di essere rimasto sorpreso dal fatto che venga messa in discussione anche la questione se si tratti in realtà di una riforma o meno. Lui stesso è convinto che sia così; è previsto infatti che il livello della prima classe salariale raggiunga quello del salario minimo garantito. Počivavšek ha quindi espresso la speranza che il tono delle trattative diventi più ottimista.
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