Il principale grossista sloveno per la distribuzione del gas, Geoplin, è rimasto a mani vuote nella gara per le ultime capacità disponibili di fornitura al terminal di Veglia in Croazia. Nonostante alcune precedenti rassicurazioni, sono state concesse ad un partner croato della russa Gazprom, scrive oggi il portale Necenzurirano. Ad inizio aprile, il governo di Zagabria aveva offerto alla Slovenia le capacità residue del terminal in questione per l'importazione di gas naturale liquefatto. Lubiana si è mostrata interessata e già quest'anno avrebbe potuto coprire circa un terzo del fabbisogno senza dover aggiornare la rete, aveva affermato in quell'occasione e Veglia il ministro uscente delle infrastrutture, Jernej Vrtovec.
Alla fine, però nulla di fatto, ed è un duro colpo per i piani della Slovenia di superare una eventuale crisi energetica, rileva il portale. La Geoplin, infatti, non è in grado di far arrivare il gas da Africa e Asia attraverso il terminal di Veglia essendo questo, come detto, ora completamente oberato fino al 2027. Potrebbe farlo attraverso un intermediario, ma con un notevole aumento dei costi. Il motivo per cui la Geoplin è stata esclusa non è ufficialmente noto. Sempre secondo Necenzurirano Zagabria avrebbe espresso la disponibilità in cambio di concessioni, si fa riferimento ai contatti su un possibile nuovo regime di pesca nel Golfo di Pirano. Nei prossimi mesi il nuovo governo sloveno dovrà trovare una soluzione per un accesso alternativo alle forniture di gas attraverso l'Adriatico. Si pensa tra l'altro, così ancora il portale, al rigassificatore di Rovigo, non lontano da Venezia, con una capacità annua di otto miliardi di metri cubi di gas, un decimo del fabbisogno italiano. Una soluzione favorevole, visto che il gas potrebbe arrivare in Slovenia dal raccordo già esistente nel goriziano. L'Italia inoltre ha capacità di stoccaggio sufficienti, essendo paese di transito per il gas proveniente dall'Africa settentrionale.
Delio Dessardo