Come precisato dagli investigatori della polizia, le missive contenenti un proiettile e accompagnate da un biglietto di minacce di morte recapitate per posta, sono state inviate al capo del governo, Janez Janša, al ministro della difesa Matej Tonin, a quello degli interni Aleš Hojs e ai gruppi parlamentari del Desus, del Partito Nazionale e al presidente di quest'ultimo, Zmago Jelinčič. A detta del partito democratico, sono la conseguenza della diretta passività delle istituzioni, del comportamento dei media e dell'opposizione. Il partito del premier Janša, dunque non ha lesinato nei toni di condanna. Per l'SDS, infatti, la responsabilità dei media sta nel creare un clima di tolleranza nei confronti degli atti di violenza, mentre l'opposizione non è capace di condannare in maniera chiara queste violenze, in certi casi addirittura le sostiene. L'opposizione, dal canto suo, compatta respinge e condanna con fermezza ogni tentativo di intimidazione nei confronti dei politici e delle autorità ed esprime la propria solidarietà, ribadendo che chi mina la libertà delle idee e il confronto minaccia la democrazia.
Il Presidente della Repubblica Borut Pahor ritiene che "dobbiamo affermare con forza e chiaramente che siamo una società democratica e possiamo gestire e organizzare tutto in modo pacifico e che le minacce e la violenza, non hanno posto nella nostra società democratica - e aggiunto - pertanto dobbiamo respingerle tutti con fermezza". Pahor si impegna a fare tutto ciò che è in suo potere per delegittimare ogni forma di pratiche violente. Gli investigatori della polizia ascolteranno le vittime delle missive per raccogliere elementi utili alle indagini, in modo da stringere il cerchio e risalire ai responsabili. Il Capo dicastero degli interni, Aleš Hojs, parte in causa nella vicenda, auspica che la polizia faccia tutto ciò che è in suo potere, per rintracciare i colpevoli. Hojs ha ricordato che analoghe minacce in passato sono passate quasi in sordina in quanto la procura di Stato in alcuni casi non ha riconosciuto i presupposti per procedere, ciononostante la polizia ha fatto il suo compito e trovato il colpevole.

Corrado Cimador

Il Ministro Matej Tonin e il premier Janez Janša. Foto: BoBo
Il Ministro Matej Tonin e il premier Janez Janša. Foto: BoBo