La protesta in bicicletta a Lubiana si è svolta per la quarta settimana di seguito. Vi ha preso parte un numero prossimo a quello di venerdì scorso quando a manifestare, furono 5500 persone, secondo la polizia. Stavolta è scesa in strada anche una moltitudine di ecologisti a piedi, tutti in coro hanno contestato il governo di centrodestra per la cattiva gestione delle misure adottate durante l'epidemia e per le presunte irregolarità e le interferenze politiche nell'approvvigionamento dei dispositivi di protezione personale. Indossando mascherine e al contempo fischiando e facendo rumore hanno gridando "Ladri!" e “Non rinunciamo alla libertà”. I manifestanti hanno attraversato il centro della città prima di fermarsi o girare tutti attorno agli edifici del governo e del parlamento. La protesta o meglio le proteste, perché analoghe dimostrazioni pacifiche si sono svolte, anche in altre località, sono state coordinate dall'organizzazione non governativa Gibanje Ops, Movimento per la Consapevolezza degli abitanti in Slovenia, assieme ad una ventina di sigle, che si sono date appuntamento sui social network. Dal canto loro, le organizzazioni ambientaliste che si sono aggiunte alla protesta, hanno accusato il governo di aver inserito clausole nella legislazione di emergenza che lascerebbero le ONG fuori dalle consultazioni sui progetti di edilizia pubblica. I manifestanti rimproverano alle autorità governative l'arroganza" del loro agire, e l'atteggiamento teso a sottostimare e svilire i cittadini e i media. Critiche sono state espresse anche al ministro degli Esteri, Anže Logar, per la lettera di presentazione del rapporto sullo stato di diritto, in cui si detto critico nei confronti della magistratura slovena. La polizia come nelle precedenti manifestazioni si è limitata a monitorare la situazione, intervenendo solo per raccomandare di rispettare il distanziamento sociale. Nella capitale ha destato qualche perplessità nel pomeriggio la vista di un camion militare intento a scaricare un container colmo di transenne nelle vicinanze del Parlamento. La direzione della polizia ha precisato che non avendo un mezzo per il trasporto ha chiesto aiuto all'esercito. Delle operazioni di scarico e sistemazione delle transenne si è occupata la stessa polizia. Intanto, una parte dell’opinione pubblica esprime il proprio sostegno al governo è porta avanti una petizione, per la quale avrebbe già raccolto oltre 20.000 firme.
Corrado Cimador