Da molti anni i comuni di Bled e Gorje sono impegnati nella riduzione dei rifiuti, cercando soprattutto il contributo degli operatori turistici, dal momento che l'enorme afflusso di visitatori ha un impatto enorme sullo smaltimento, senza però una partecipazione diretta alla gestione. Per arrivare a una gestione senza sprechi, Ecologisti Senza Frontiere e Infrastruktura Bled hanno dato vita in settimana a un incontro dove diversi attori, del territorio e non, hanno condiviso esperienze concrete, sfide e consigli. Nel 2022, Bled e Gorje sono stati infatti i primi comuni sloveni a ricevere il certificato europeo "Rifiuti Zero". Tuttavia, il cosiddetto turbo-turismo che ogni anno si abbatte sulle rive dell'iconico lago alpino porta con sé diverse ricchezza, ma anche esternalità negative che l'organizzazione turistica vuole capovolgere: trasformare Bled da una destinazione mordi e fuggi in una meta dove rimanere a lungo. Nel 2022 erano 1,1 milioni le persone che ammiravano il lago glaciale, per una cittadina di 8mila abitanti e altrettanti posti letto, il 50% in più rispetto a sette anni fa. "È un paradiso da preservare" - ha detto con orgoglio Janez Resman, direttore di Infrastruktura Bled, l'azienda statale per la gestione delle infrastrutture e la raccolta dei rifiuti - "ma abbiamo un problema serio: i turisti. Ci fanno vivere, ma su 6 tonnellate di rifiuti annui, ne producono quanto gli abitanti!" Punto di partenza è l'innalzamento del livello di qualità delle esperienze turistiche, per le quali si preparano corsi di formazione e seminari per gli operatori del settore, in particolare per le piccole e medie strutture private che ormai rappresentano il 75% dell'offerta ricettiva. Con un occhio attento alla gestione dei rifiuti. Ora, infatti, sulle 650 strutture ricettive sono solo 10 quelle con certificati di sostenibilità, ben distante dall'obiettivo di averne 72 entro il 2030.
Valerio Fabbri