La Slovenia in esattamente due mesi è riuscita a domare l'epidemia e oggi è il paese con il migior quadro epidemiologico in Europa, ha esordito il premier Janez Janša in aula e questo, ha aggiunto, ci consente di annunciare la revoca dello stato di emergenza che prevedibilmente combacerà con la fine della validità dei primi due maxi pacchetti di misure anticoronavirus, ovvero il 31 maggio prossimo, se le condizioni sanitarie lo continueranno a permettere. Janša ha ribadito che si sta entrando in una nuova fase dell'infezione, dove saranno possibili singoli focolai e dipenderà dalla responsabilità individuale di ognuno, e non più dal Governo e dal Parlamento, contenerne la diffusione.
Alcuni provvedimenti resteranno validi anche dopo la fine dell'emergenza: Dovremo fare i conti con la recessione, ancora il premier, ma le previsioni economiche per il prossimo anno sono ottimistiche, e ci sono tutti i presupposti per superare questa crisi. Le porte alla collaborazione restano aperte per tutti, la coalizione di maggioranza può venir allargata in qualsiasi momento, facendo riferimento all'opposizione,
Janša ha respinto al mittente le accuse di corruzione e irregolarità nell'acquisto del materiale sanitario di protezione. Tutti i contratti sono stati resi pubblici, nessuno ha approffitato della situazione particolare dovuta al Covid19, il Governo, ha detto, ha rispettato tutte le leggi e i procedimenti, anche tenendo conto della situazione di emergenza che ha dovuto affrontare, dall'inizio. Il premier ha ricordato che il suo Governo è entrato in carica il giorno dopo la proclamazione, secondo Janša illegittima, dello stato di epidemia, da parte dell'esecutivo Šarec e di esser stato vittima in questi mesi di una gogna pubblica e mediatica; inammissibili e penalmente perseguibili gli attacchi verbali, e le minaccie di morte, di cui è stato vittima, anche durante le ultime manifestazioni di piazza.
Pieno sostegno alla relazione è stato espresso dai partner di maggioranza. Determinante è stata la capacità di reazione del Governo, è stato detto, che ha saputo rispondere in tempi rapidi e correttamente all'emergenza, salvando così molte vite umane. I democratici hanno accusato di negligenza e incapacità il precedente esecutivo Šarec, reo di aver lasciato in eredità a Janša magazzini vuoti e riserve inesistenti di materiale sanitario di protezione e di non aver avuto un piano strategico di come affrontare l'emergenza. Per Nuova Slovenia Šarec avrebbe sttovalutato la portata dell'epidemia, per questo motivo il Governo entrato in carica dopo la proclamazione dell'emergenza è stato costretto ad addottare rifide misure di contenimento del coronavirus, in caso contrario il danno sarebbe stato maggiore. Le istituzioni preposte, la Commissione d'inchiesta e la Corte dei conti, faranno le dovute verifiche. Per il Desus il governo Janša ha affrontato l'epidemia in modo efficace e concreto salvaguardando la salute pubblica e preparandosi al meglio ad un'eventuale seconda ondata. Per il Partito del centro moderno il denaro pubblico è stato ben speso, in maniera razionale. L'opposizione accusa il Governo di corruzione, ancora dalle file del SMC, dimenticando che la momento del passaggio delle consegne le riserve erano vuote e che le difficoltà a reperire materiale sanitario a livello globale erano enormi.
Durissime le critiche piovute dai banchi dell'opposizione, che al momento del voto in segno di protesta hanno abbandonato l'aula. Non hanno risparmiato nè il Governo nè la relazione sui dipositivi sanitari usando termini forti come "furto", "atto criminale", "approfittatori di guerra", chiedendo che venga fatta chiarezza sulle irregolarità evidenti avvenute con l'acquisto del materiale a prezzi maggiorati e le responsabilità del Ministero dell'economia e dell'Ente per le riserve strategiche.
L'ex premier Marjan Šarec, deputato dell'omonima Lista in Parlamento, ha rispedito al mittente tutte le accuse che gli sono state rivolte, ribadendo di aver lasciato il Governo solo dopo aver capito di non avere più la maggioranza necessaria per andare avanti e non per scappare davanti all'epidemia e davanti alle responsabilità. La proclamazione dello stato di emergenza è stato legittimo e fatto in conformità con le disposizioni vigenti in quel momento, ovvero a proclamarlo è stato il Ministro della salute su suggerimento dell'Istituto nazionale per la salute pubblica. Abbiamo fatto tutto quello che era nelle nostre competenze per froteggiare e arginare il Covid 19, dalla chiusura dei confini, delle scuole e delle case di riposo, ha detto ancora Šarec.
Per la Lista Alenka Bratušek in tempo di crisi bisogna risparmiare e non dilapidare il denaro dei contribuenti acquistando materiale sanitario di dubbia provenienza e attraverso metodi poco leciti. Per la Levica il Governo Janša è capace solo di mentire, il ministro dell'economia Počivalšek non avrebbe mai negato che non sarebbero stati anticipati i mezzi per l'acquisto delle mascherine, quello che invece ha dichiarato il premier in aula. Gli altri paesi hanno fatto affidamento alla propria rete diplomatica per riuscire ad accaparrarsi i dispositivi sanitari quello che la Slovenia non ha voluto o saputo fare. Molto critici anche i socialdemocratici. Per il partito SD il parlamento, seguendo il regolamento di procedura, non avrebbe dovuto mettere al voto la relazione, ma limitarsi a prenderne atto, per questo motivo assieme ai colleghi deputati di LMS, LAB e Levica, hanno fatto ostruzionismo durante i lavori, abbandonando l'aula in segno di protesta al momento del voto. La relazione è passata con 50 voti favorevoli su 50 presenti. (ld)