Passano i quattro quesiti referendari proposti dal governo, ma le percentuali che li accompagnano raccontano situazioni e sfumature che esecutivo e maggioranza dovranno tenere in considerazione. L'affluenza record che ha caratterizzato il voto per le elezioni europee ha favorito i quesiti referendari, che hanno vissuto così un riscontro positivo, anche se il peso specifico, in termini politici, va misurato appunto al netto del traino delle europee. E mentre i Sì alla domanda sul voto di preferenza alle elezioni parlamentari e a quella sull'utilizzo della cannabis per scopi terapeutici non sono mai stati in discussione, le altre due hanno vissuto percorsi diversi. Su coltivazione e utilizzo a scopo personale della cannabis Golob ha dovuto prendere atto, nei giorni scorsi, della prudenza della ministra della Salute, Valentina Prevolnik Rupel, che aveva invitato a trovare un ampio consenso sociale e politico per dare seguito normativo a una questione così complessa. Non è un caso, quindi, che i Sì l'abbiano spuntata con poco meno del 52%, dopo che nelle prime ore del conteggio erano state addirittura indietro rispetto ai NO. La domanda sull'assistenza al fine vita volontario ha fatto registrare una vittoria leggermente più netta, con il 55% dei voti a favore, ma perplessità in merito alla formulazione del quesito referendario sono state espresse dal Partito democratico sloveno, che ha invitato la maggioranza ad avviare un ampio confronto nella società civile. E se questo messaggio arriva dall'opposizione, qualche dubbio sulle domande relative a voto di preferenza e cannabis a scopo terapeutico sono state sollevate nella tarda serata di ieri dall'interno della maggioranza, in particolare dai Socialdemocratici, che hanno vissuto la serata del voto europeo col brivido.
Valerio Fabbri