Anton Harej, NSi Foto: MMC RTV SLO
Anton Harej, NSi Foto: MMC RTV SLO

Anton Harej, vicesindaco di Nova Gorica, appartenente al partito di destra Nuova Slovenia la scorsa settimana ha lanciato una provocazione in vista della Capitale Europea della Cultura 2025. Harej ha infatti proposto, come gesto di riconciliazione e convivenza democratica tra i due popoli della regione, di togliere le pietre che sul monte Sabotino formano la scritta Tito, sovrastando il centro di Gorizia.

Un’idea che il vicesindaco dice di aver avuto partecipando sabato 26 ottobre a due eventi in rappresentanza del Comune: una messa per la patria, la pace e la riconciliazione a Monte Santo ed un evento pubblico, definito da Harej, “piacevole” fino all’ultima canzone ossia il brano partigiano “Vstala Primorska” (Vstajenje Primorske). A colpire il vicesindaco non tanto la canzone che considera bella (anche se abusata), ma “il fervore ideologico” con il quale sarebbe stata cantata, frutto a suo dire della strumentalizzazione che è stata fatta in questi anni di questo brano da parte della “sinistra politica e ideologica” del Litorale. "È giunto quindi il momento di togliere i sassi dal Sabotino e iniziare a considerare questa bella canzone come una bella canzone?"; si è, quindi, chiesto pubblicamente Harej, incassando le critiche di parte dei cittadini di Nova Gorica, che rivendica, invece, con forza questo capitolo del passato cittadino che fa parte, però, delle ambiguità esistenti in essere tra le popolazioni delle due città.

L'ennesima boutade, che dimostra che nonostante le parole spese per il progetto "Go 2025" non c'è pace per la storia di queste terre, alla quale nessuno nè a destra nè a sinistra sembra per ora riuscire a guardare con il distacco necessario; anche perchè è più facile strumentalizzare il passato che parlare del futuro.

Barbara Costamagna