Mateja Logar che guida il gruppo tecnico scientifico per il Covid, ha ribadito che, il quadro epidemiologico è incoraggiante dal punto di vista dei nuovi contagi, che continuano a scemare, mentre resta molto seria la situazione nelle strutture sanitarie. "Da un lato - ha riferito Logar - continuano a diminuire i contagi e i casi attivi da Coronavirus, dall'altra continuiamo a registrate nuovi ricoveri negli ospedali, e soprattutto nelle terapie intensive, con il personale ormai allo stremo. Dobbiamo essere consapevoli che i pazienti nelle unità di terapia intensiva necessitano della presenza di personale medico e sanitario 24 ore al giorno. Nel centro clinico della capitale - ha proseguito Logar - in terapia intensiva sono ancora disponibili solo otto posti letto, e per cinque di questi non abbiamo il personale. Gli operatori sono sottoposti a carichi di lavoro e turni estenuanti e non ce spazio per farli rifiatare. La terapia intensiva nel Centro Clinico di Lubiana potrebbe essere piena già domani. E nessun operatore sanitario vorrebbe dover decidere a chi dare un letto in terapia intensiva e chi no - ha aggiunto Logar. "Non possiamo permetterci un peggioramento della situazione epidemiologica - ha affermato - poiché non desideriamo che i pazienti vengano trasferiti in altre strutture sanitarie a causa della mancanza di posti letto". Logar ha invocato il rispetto delle misure di contenimento dell'infezione, soprattutto durante le festività di fine anno, come l'uso della mascherina protettiva, sia al chiuso che all'aperto dove non sia possibile mantenere la distanza fisica di un metro e mezzo. "Il divieto di fornire cibo e bevande agli stand durante le festività è indispensabile - ha detto ancora Logar - gli assembramenti con più di dieci persone attorno allo stesso tavolo, al momento sono la ricetta per una catastrofe annunciata, dobbiamo evitarlo per non peggiorare la già difficile situazione sanitaria". In merito all'arrivo in Slovenia di sanitari delle forze armate italiane, Logar ha detto che collaboreranno con il Centro clinico universitario della capitale in base alle loro specializzazioni che andranno verificate prima di predisporli. Ieri, ricordiamo sono giunti a Kranj 6 operatori delle forze armate italiane, e oggi ne giungeranno altri 9. Si tratta di 5 medici e 10 operatori sanitari. I sanitari delle forze armate slovene, invece, sono attivi negli ospedali di Celje e Novo Mesto e nei Centri clinici universitari di Lubiana e Maribor, in totale sul campo ci sono 35 uomini.
Corrado Cimador