La protesta, svoltasi in maniera pacifica e senza particolari incidenti, è stata guidata dal sindaco di Brežice, Ivan Molan, il quale sostiene che il consiglio comunale è totalmente contrario alla decisione presa da Lubiana senza il loro consenso. I manifestanti hanno bloccato il traffico e hanno minacciato di intensificare la protesta se l'esecutivo non ritirerà il suo piano d’azione. In un invito pubblicato su Facebook, gli organizzatori hanno scritto che è inaccettabile creare un centro per richiedenti asilo in un'area già congestionata dal traffico di passeggeri e merci. Le infrastrutture sono state costruite per le procedure doganali e di spedizione non per scopi di alloggio.
Il primo cittadino ha aggiunto che la manifestazione rappresenta un chiaro annuncio e primo avvertimento in quanto le persone che abitano queste zone non sono disposte ad accettare le scelte, sbagliate, prese dai vertici. Inoltre, i coordinatori stanno pianificando un ulteriore ritrovo per il prossimo finesettimana. La casa di accoglienza, che dovrebbe essere pronta in tre mesi, ha fatto storcere il naso a molte persone anche da parte croata: “Non abbiamo bisogno di migranti. Ci sarà confusione e non sapremo quante e quali persone hanno attraversato illegalmente il confine e quali sono già registrate qui” ha fatto sapere un partecipante, mentre un altro ha invitato le istituzioni a porre attenzione prima ai propri cittadini e poi agli altri. Oltre al centro d'asilo, è in programma anche la costruzione di un centro di registrazione per le forze dell’ordine, anche se la posizione esatta di quest'ultimo non è stata ancora resa nota. Molan ha voluto mettere le mani avanti sostenendo di essere, insieme ai concittadini, molto umano ed empatico ma non può accettare che il suo Comune insieme ad altri risolvano il problema dei rifugi migratori e della migrazione in generale in Slovenia e in Europa.