Anche in Slovenia gli anziani sono la categoria più colpita dal coronavirus e in particolare i principali focolai dell'infezione sono risultate proprio alcune case di riposo nelle quali sono morte 86 delle complessive 106 vittime che il covid-19 ha fatto in Slovenia. Adesso queste strutture delle quali 59 pubbliche e 43 private che operano con la concessione, potranno accogliere nuovi residenti più quelli, non tanti, che durante questo difficile periodo, sono stati trasferiti, in prevalenza dai figli o altri parenti. Da circa due settimane sono state ripristinate le visite, naturalmente con un regime particolare. Da giovedì sono permesse anche nella casa di riposo di Ljutomer, nel Nord-Est, che è stata uno dei tre epicentri dell' epidemia in Slovenia. Il triste primato è della casa degli anziani di Šmarje pri Jelšah, non lontano da Celje, con 124 contagiati e 38 deceduti. Seguono appunto Ljutomer e Metlika, nella Bela Krajina. Adesso che la situazione epidemiologica si sta calmando si pensa a un graduale ritorno alla normalità, ma l'assistenza alla terza età è senz'altro uno dei settori che richiederà una riforma concreta, anche, ma non solo, per fronteggiare eventuali nove emergenze di questo tipo. La comparsa del coronavirus ha infatti colto queste strutture impreparate e le conseguenze si sono fatte sentire, con strascichi polemici negli ambienti competenti. Molte critiche ha suscitato la direttiva del ministero della sanità di isolare gli infettati all'interno delle case di riposo anziché ricoverarli negli ospedali dove soltanto pochi sono stati trasferiti secondo una categorizzazione stabilita in anticipo dal ministero stesso. Intanto a giudicare dalle prime reazioni a questa nuova fase di liberalizzazione probabilmente non tutto filerà liscio per quel che riguarda l'accoglienza dei nuovi residenti. La Comunità degli istituti sociali della Slovenia fa infatti presente che le istruzioni sono praticamente impossibili da attuare, ad esempio ogni struttura dovrebbe venir divisa in zone separate in modo da tener divisi i sani dai sospetti infettati e così via. Le case degli anziani rimangono così, secondo alcuni esperti, una potenziale bomba ad orologeria.
Boris Mitar