La lunga indagine, partita nel 2016, ha portato all'individuazione di una serie di operazioni delittuose che ruotano intorno al furto di automobili costose e alla loro cannibalizzazione per alimentare il mercato della ricettazione dei pezzi di ricambio. Sono stati così individuati e sequestrati oltre 600 singoli pezzi di veicoli rubati e per la loro identificazione gli ispettori capodistriani si sono avvalsi dell'aiuto delle autorità di sicurezza straniere. Si calcola siano il frutto di oltre 70 autovetture di media e grossa cilindrata rubate in Slovenia, Italia e Austria negli ultimi dieci anni. Nella maggior parte dei casi riguardano marchi, BMW e Audi. Già nel 2016 la questura di Capodistria era venuta a conoscenza che più persone dell'area di sua competenza era coinvolta nell'affare del riciclaggio di auto e ricambi in Slovenia e nei paesi confinanti. Le auto vengono smontate pure in autofficine che operano con regolare licenza, mentre altre si servono dei pezzi riciclati. La frode comprende anche auto incidentate che classificate come irrecuperabili invece vengono riparate appunto con pezzi riciclati, una truffa di conseguenza anche ai danni delle assicurazioni. Allora, in regione si giunse al fermo di sette persone, coinvolte a vario titolo nel riciclaggio.
Le operazioni delittuose, per alimentare il mercato della ricettazione dei pezzi di ricambio, sono proseguite negli anni così pure il lavoro della polizia capodistriana che sulla base di indagini, intercettazioni e perquisizioni ha presentato alla Procura oltre 70 denunce per riciclaggio, le ultime 30 sono state presentate a febbraio. Il reato di ricettazione o occultamento di cose provenienti da reato è punibile con la reclusione fino a due anni di carcere. La Polizia inoltre invita alla massima prudenza nell'acquisto di vetture usate, specie se di grossa cilindrata, e di prestare molta attenzione alla loro documentazione, perché potrebbe trattarsi di auto rubate o incidentate e poi riparate.
Corrado Cimador