Foto: SOJ RTV SLO/Alan Radin
Foto: SOJ RTV SLO/Alan Radin

Considerazioni che lasciano il tempo che trovano”. Maurizio Tremul definisce così alcune dichiarazioni registrate all’ultima seduta del Comitato per i programmi italiani ed in primo luogo quella sulla mancata difesa a supporto del finanziamento della ritrasmissione di RTV Capodistria in Croazia in sede di Comitato di Coordinamento e quella sull’assenza- nello stesso organismo - di un rappresentante della CAN Costiera che avrebbe saputo tutelare meglio gli interessi delle emittenti capodistriane. “Come in ogni verbalizzazione, anche in quella del Comitato di coordinamento vengono riassunti i concetti importanti, perciò, prima di dichiarare che non c’è stata difesa ci si dovrebbe informare ed argomentare questa affermazione”, dice Tremul spiegando le modalità di lavoro dell’organismo di coordinamento che analizza tutti i progetti proposti dall’UI e li approva soltanto con il favore di tutti i membri.
Per quanto riguarda gli appunti sull’assenza della “costiera” nel Comitato di coordinamento, Tremul rileva “una mancanza della concezione di quelli che sono i rapporti giuridici che si possono instaurare", e dice: “Il presidente della CAN Costiera rappresenta un ente statale sloveno che chiede di poter entrare in un organismo italiano che delibera insieme ad una associazione riconosciuta dall’Italia come l’interlocutore unico e unitario degli italiani di Croazia e Slovenia; associazione che esprime la società civile, quindi le persone, e porta avanti gli interessi dei connazionali nel decidere su come lo stato italiano ha utilizzato, utilizza e utilizzerà le risorse a favore di questa comunità nazionale”.
Considerato l’apporto che in tutti questi anni l’Unione italiana ha dato a Radio e TV Capodistria penso che nel Comitato di programma dovrebbero esserci almeno tre rappresentanti nominati dall’UI”, sostiene ancora Tremul che invita la CAN ad impegnarsi affinché le importanti risorse elargite quest’anno dallo Stato sloveno vengano effettivamente utilizzate per i programmi italiani. “Parliamo di 10 milioni di euro per i programmi delle comunità italiana e ungherese, di cui il 74 per cento a favore della prima e ai quali si assommano i finanziamenti annui dell’Ufficio per le minoranze”, racconta il presidente UI non mancando di ricordare come “la CAN costiera ha un rapporto con lo stato sloveno, chi ha un rapporto con la Nazione Madre è l’Unione italiana”.
All’osservazione di come queste risorse non possono venir utilizzate per la ritrasmissione dei programmi in Croazia, Tremul replica che “RTV Slovenia e tutti i suoi programmi sono sul satellite e si vedono in tutta Europa allora mi chiedo perché non c’è un rapporto altrettanto equo e non si includono nel pacchetto pure i programmi di RTV Capodistria che poi trasmette anche in lingua slovena?” e aggiunge: “Per quanto riguarda l’argomento che viene spesso tirato fuori dal cassetto che le troupe non possono andare in Croazia eccetera eccetera, io credo che tutti dimenticano una risoluzione importante del Consiglio d’Europa proprio su questo tema e che è l’attuazione della Carta europea delle lingue regionali e minoritarie”. Ovviamente per il presidente UI è giusto che la Nazione madre sostenga – come lo fa per scuole e altre istituzioni- pure i programmi di Radio e Tv Capodistria. "Credo che questo sostegno c’era, c’è e continuerà ad esserci” afferma, ed elencando le numerose iniziative fin qua realizzate conclude: “Credo che invece di parole in libertà, come ho proposto a tutti i soggetti, sarebbe ora che ci si sedesse attorno ad un tavolo -ognuno con i rispettivi ruoli, compiti e responsabilità - per trovare la formulazione giusta e risolvere anche i problemi di RTV Capodistria”.
(LPA)