Nell’ultima seduta ordinaria della Camera di Stato l’attenzione era concentrata soprattutto sui due temi che rendono ancora più caldo il clima politico prima della pausa estiva, ovvero i computer portatili e l’affaire Litijska. All’ordine del giorno dei lavori d’Aula, però, figurava anche la conferma degli eurodeputati della Slovenia, eletti il 9 giugno. Fra essi, anche il ministro della Difesa Šarec, che andrà a fare gli interessi del paese sotto la bandiera di Movimento Libertà. Ieri è arrivata poi la conferma che il parlamento ha accettato la proposta del governo di determinare la cessazione dell'incarico ministeriale contestualmente alla data d'inizio dell'incarico al Parlamento europeo, che si riunirà per la prima volta il 16 luglio. Fin dall’inizio Golob ha fatto capire di non avere alcuna fretta per trovare il sostituto, scegliendo di prendersi le funzioni vicarie ad interim. La comunicazione è arrivata solo ieri per evitare che Šarec volasse a Washington, per l'evento più importante dell'anno, senza un mandato completo. Al momento la lista dei possibili sostituti è molto ridotta, e l’unico credibile è il presidente della Commissione Difesa della Camera di Stato, Martin Premek, in quota Movimento Libertà, dalle cui fila con ogni probabilità uscirà il nuovo ministro, ma se ne riparlerà in autunno. Il mandato è comunque chiaro: portare avanti l’impostazione di questi due anni di governo, enunciata nelle scorse settimane dallo stesso Šarec. Ovvero puntare ad essere tra i paesi più sviluppati da un punto di vista tecnologico, grazie ai massicci investimenti nel settore ricerca e sviluppo, dal momento che la Slovenia non potrà mai permettersi produzioni in serie come fanno altri paesi.
Valerio Fabbri