L'SDS del premier Janša chiede nuove sostituzioni nel consiglio di vigilanza della Radiotelevisione pubblica. Ieri sera duro scontro tra maggioranza e opposizione in sede di commissione preposta ai mandati e alle nomine. Si aspetta il parere del servizio giuridico del parlamento.

La scorsa settimana il governo ha già sostituito tre dei quattro consiglieri la cui nomina è di competenza dell'esecutivo stesso, adesso l'SDS chiede che ne vengano ritirati altri due dei cinque espressi dal parlamento. I rappresentanti dell'opposizione hanno risposto con una levata di scudi denunciando un ennesimo attacco all'autonomia dell'ente radiotelevisivo che resta comunque esposto ai capricci della politica che ha l'influenza determinante sulla struttura dei massimi organismi di RTV Slovenia nominando nove degli undici elementi del consiglio di vigilanza e ventuno dei ventinove membri del consiglio di programma. Ciascun consigliere ha un mandato di quattro anni e non può essere esonerato ad ogni cambio della maggioranza politica - è stato uno degli argomenti dell'opposizione mentre il capogruppo dell'SDS Danijel Krivec si è richiamato alla legge sull'RTV che prevede una rappresentanza proporzionata dei partiti politici nell'organismo. Il dubbio dovrebbe essere adesso sciolto dagli esperti legali del parlamento. Questo dovrebbe presto approvare anche la sostituzione di sette degli otto membri del Consiglio di programma ai quali sta per scadere il mandato. Quasi tutti sono vicini ai partiti dell'attuale coalizione. Nell'ottavo caso bisognerà ripetere il bando non essendoci stata la maggioranza. A difesa dell'autonomia di RTV Slovenia è intervenuta due giorni fa, dopo alcune esternazioni del nuovo premier, anche l'EBU, Associazione europea delle emittenti pubbliche, ricorda inoltre che bisognerebbe rivedere le modalità obsolete di finanziamento dell'ente in modo che sia nelle condizioni di poter svolgere il suo ruolo. Da rilevare che da tempo la direzione non riesce ad ottenere l'autorizzazione per un aumento minimo del canone. Anzi, sono frequenti gli appelli della destra ai cittadini affinché non lo versino affatto e l'esempio lo aveva dato lo stesso Janša che poi è stato, però costretto alla disciplina dal giudice. Dopodomani il confronto sui mass media in generale ripartirà davanti ai comitati esteri e cultura che riprenderanno la seduta congiunta sulla famosa missiva dell'Ufficio governativo per la comunicazione che accusa gran parte della stampa slovena, compresa l'RTV, di essere dominate dai comunisti.

Boris Mitar

Foto: BoBo
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