Oltre 350 milioni di elettori aventi diritto in 27 Paesi dell'Unione si stanno recando alle urne per scegliere la composizione del prossimo Parlamento. Paesi Bassi e Irlanda hanno iniziato già giovedì scorso, venerdì è stata la volta della Repubblica Ceca, seguita ieri da Slovacchia, Malta, Lettonia, alcuni territori francesi e Italia. Questa domenica rappresenta quindi l'atto conclusivo di una votazione che misurerà la temperatura politica su questioni cruciali come il cambiamento climatico e il futuro del Green Deal europeo, la ripresa economica dopo il COVID-19, la migrazione e il ruolo dell'Unione sulla scena mondiale. Ma come è naturale che sia ogni paese ha la sua specificità, con tematiche di rilevanza nazionale che hanno dominato i dibattiti pre-elettorali. In Slovenia, il dibattito è stato caratterizzato dal riconoscimento della Palestina, avvenuto martedì 4 giugno, gestione dei flussi migratori e transizione verde. Il voto europeo, poi, è accompagnato da quattro quesiti referendari su temi tutt'altro che marginali quali assistenza al fine vita, utilizzo della cannabis per scopi terapeutici e privati, e voto di preferenza nelle elezioni parlamentari. Con questo election day l'obiettivo è di coinvolgere e incoraggiare l'elettorato a recarsi ai seggi, poiché la Slovenia ha uno dei tassi di affluenza più bassi in Europa, al 28%. Dalla mezzanotte fra venerdì e sabato è in vigore il silenzio elettorale, che terminerà alle 19 di oggi, quando chiuderanno i seggi elettorali in tutto il Paese. Come sanno già quanti si sono recati alle urne per il voto anticipato, le schede elettorali che gli scrutatori consegneranno sono 5, una per il voto europeo, dove la preferenza dovrà essere espressa tra le 11 liste presenti sulla scheda, e quattro, ognuna di un colore diverso, per i referendum che la maggioranza ha deciso di affiancare al voto per Bruxelles.
Valerio Fabbri