39 i casi di positività al Covid ieri in Slovenia, su 909 test del tampone effettuati. Due i decessi. Sono 79 le persone ospedalizzate, 16 in terapia intensiva. Lo ha comunicato il governo. Il maggior numero ci contagi ieri ancora a Lubiana, con 9, nessuno nel Litorale.
Nonostante i numeri la situazione resta in Slovenia sempre critica. A dirlo il portavoce del governo Jelko Kacin ricordando che l'allerta nelle case per gli anziani, nelle scuole e in tutti i luoghi di lavoro rimane alta. Kacin ha assicurato che non intende introdurre alcun lockdown. Necessario, inoltre, secondo il portavoce, ridurre le quarantene ed aumentare il numero di test.
Il ministro dell'Interno Aleš Hojs ha presentato le nuove classificazioni degli stati secondo la quantità di contagi da Sars- Cov 2 e l'applicazione o meno di divieto o quarantena in entrata in Slovenia da parte dei loro cittadini, sottolineando che le liste in vigore da oggi sono state stilate seguendo le indicazioni della Commissione europea ed i dati raccolti dall'istituto Robert Koch.
Restano, quindi, i punti di controllo ai confini con Croazia, Ungheria, Austria e Italia. Quelli che arriveranno da zone rosse se non potranno mostrare test negativi fatti in laboratori riconosciuti dall'Unione europea saranno obbligati a fare la quarantena e ne potranno uscire solo dopo essere testati e con un risultato negativo.
Se i casi aumenteranno il governo è pronto a prendere nuovi provvedimenti, ha detto Hojs, con chiusure mirate non escludendo la possibilità di lockdown, che ha assicurato il ministro rimane comunque un'ipotesi assolutamente non presa in considerazione.
Kacin ha anche detto che si sta lavorando per incrementare le capacità degli ospedali in vista di un aumento dei ricoveri per Covid-19 nei prossimi mesi che potrebbero superare le due cifre.
Barbara Costamagna