15 nuovi contagi da coronavirus sabato in Slovenia, su 382 test del tampone effettuati. Una percentuale che resta quindi molto alta; venerdì i contagi erano stati 32, ma con oltre mille test. Sono 17 le persone ospedalizzate, quattro in terapia intensiva, un solo paziente è stato dimesso. Sabato un caso nel comune di Capodistria, il maggior numero a Lubiana, con 7. Per quanto riguarda le fasce di età dei contagi di sabato, resta molto alta la quota di giovani e almeno otto dei contagi sono di importazione. "Ciò dimostra", ha spiegato il portavoce del governo per la gestione della crisi, Jelko Kacin, interpellato da Radio Slovenia,"che i locali notturni e gli altri centri di ritrovo e di divertimento sulla costa croata, principale fonte di contagio da importazione in questo frangente, restano aperti e che i giovani provenienti dalla Slovenia li frequentano, nonostante gli appelli alla prudenza lanciati a più riprese dalle autorità, trattandosi di siti ad alto rischio contagio. Aspetteremo fino a martedì", ha detto Kacin, "quando avremo a disposizione i risultati dei test di inizio settimana. Se non sopraggiungeranno novità rassicuranti in materia di regime di gestione dei locali notturni nel vicino paese, bisognerà introdurre provvedimenti restrittivi". Alla riunione di giovedì prossimo il Consiglio dei ministri dovrebbe quindi adottare nuove, più rigide misure per l'ingresso in Slovenia dalla Croazia. Kacin ha detto che sono allo studio più varianti, anche provvedimenti selettivi nei confronti delle categorie maggiormente a rischio, in questa fase come detto sono i giovani i più esposti ai contagi. Si parla della possibilità di una quarantena obbligatoria al rientro per le persone incluse nella fascia di età tra i 15 e i 34 anni. Per quanto riguarda l'ipotesi dei test rapidi alla frontiera, sul modello di altri paesi, il direttore dell'istituto nazionale di salute pubblica, Milan Krek, avverte che presenta diversi problemi. I test rapidi evidenziano al massimo la metà dei contagiati, in quanto la concentrazione del virus su quanti sono infettati da appena un paio di giorni non è sufficiente per venir scoperta da questo tipo di test. Le persone sottoposte al controllo continuerebbero quindi a girare liberamente, convinte di essere sane, in realtà trasmetterebbero la malattia. Un altro problema è rappresentato dalle difficoltà di reperire i kit per i test rapidi; le scorte in Slovenia, ancora Krek, sono limitate e questo sistema di verifica viene utilizzato principalmente per i casi di urgenza negli ospedali.
Delio Dessardo