"Tutto può essere immaginato, le porte chiuse sono già state usate con altre competizioni. Non avrebbe lo stesso impatto, ma è vero che il modello economico non si basa sulla vendita di biglietti. Un Tour senza pubblico si potrebbe comunque seguire alla televisione, è chiaro a tutti che bisogna stare a casa. E' presto per decidere". Questo è il punto di vista della Ministra per lo sport francese Roxanna Mărăcineanu. Si tratterebbe di una corsa priva di pubblico, carovana pubblicitaria, villaggi di partenza e di arrivo. Sostanzialmente il modello testato alla Parigi - Nizza, città dalla quale si dovrebbe partire il 27 Giugno.
In realtà le perplessità sembrano molte. Rimane da capire come si evolverà la situazione nei prossimi mesi. Di fatto, i corridori hanno diverse condizioni per allenarsi, a seconda di dove si trovano. Inoltre alcuni atleti o parenti stretti risultano positivi. Difficile anche immaginare di isolare completamente la carovana. Al momento, le competizioni risultano sospese dall'Unione Ciclistica Internazionale. In ogni caso, gli organizzatori non si sono ancora pronunciati.
Le classiche di primavera e il Giro d'Italia sono già saltati o rinviati, al momento le condizioni per correre non sembrano esserci né le porte chiuse sembrano una soluzione auspicabile per ripartire, non solo nel ciclismo: il pubblico rimane una componente fondamentale nello sport. Da più parti si rilancia l' idea di salvare la stagione con un Giro d'Europa che unisca le tre grandi corse a tappe, dato che il calendario con i recuperi potrebbe facilmente congestionarsi. Prospettiva accattivante ma al momento tutta da discutere.
L'esperienza insegna che sport e ciclismo possono divenire occasioni per celebrare il ritorno alla normalità. A patto che le condizioni siano idonee per eventi completi e sicuri.
Antonio Saccone