Dopo oltre dieci mesi, è arrivata la sentenza. Il ciclista britannico Chris Froome è stato assolto dal Tribunale Antidoping dell'Unione Ciclistica Internazionale. Il caso risale alla scorsa edizione della Vuelta di Spagna, quando a Froome furono trovate tracce di un broncodilatatore oltre la soglia consentita a chi come lui soffre di asma.
Secondo alcune fonti stampa, Froome avrebbe fatto ricorso a un consistente dispiegamento di forze legali quantificabili in 7 milioni di Euro e presentato una memoria difensiva di 1500 pagine, corredate da una serie di evidenze scientifiche. I tempi lunghi, spiegano all'Agenzia Mondiale Antidoping, sono legati alla volonta' di garantire a Froome il pieno diritto alla difesa. La sentenza conferma le vittorie sia della scorsa Vuelta di Spagna che dell'ultimo Giro d'Italia. A questo punto, Froome dovrebbe partecipare senza problemi al Tour de France, che si apre sabato.
"Abbiamo sempre avuto totale fiducia in Chris e nella sua integrità morale - scrive Dave Brailsford - sapevamo che aveva seguito le giuste indicazioni mediche per gestire il suo asma alla Vuelta ed ero sicuro che alla fine sarebbe stato assolto: questo è il motivo per cui abbiamo deciso che era giusto per Chris continuare a correre, in linea con le regole Uci, mentre il processo era in corso. Siamo lieti che ora sia stato risolto. Una revisione di tutti i 21 risultati dei test antidoping di Chris a partire dalla Vuelta - prosegue il il Team Principal di Sky - ha rivelato che il risultato rientrava nella gamma di variazione prevista e pertanto coerente con la sua assunzione di una dose consentita di Salbutamolo. Chris ha dimostrato di essere un grande campione anche per come si è comportato in questo periodo. Non è stato facile - conclude Brailsford - ma la sua professionalità e integrità sotto pressione sono state esemplari e un esempio per lo sport"