Gli sport estremi si stanno ritagliando l'attenzione di un numero crescente di appassionati, specialmente nelle subculture giovanili e metropolitane. Si tratta di attività spettacolari, dinamiche e avvincenti il cui sviluppo è agevolato dai social media.
Passeggiando per Lubiana è possibile imbattersi in drappelli sparuti di giovani che trascorrono il loro tempo all'insegna del freestyle su bmx, rollerblade e skateboard. In sostanza si tratta di virtuosismi, balzi e piroette che usano come punti d'appoggio componenti urbane, come panchine, corrimano e scalinate.
La scarsità di persone permette di prepararsi in modo appropriato, concentrandosi e prendendo bene le misure. Di conseguenza, si riduce il rischio di incidenti. In questo periodo inoltre i giovani riescono anche a ottenere riprese dal colpo d'occhio spettacolare: di solito si dispongono in gruppetti, alcuni seguono il flusso con telecamere e smartphone.
In ogni caso, si tratta di attività rese particolarmente attrattive da un elevato coefficiente di rischio intrinseco. In queste settimane però il sistema ospedaliero è sottopressione per il contenimento del coronavirus: di conseguenza bisogna ridurre al massimo gli accessi al pronto soccorso per infortuni legati ad attività non strettamente indispensanili. Ragion per cui, pur non essendo probabilmente mai stati espressamente vietati, varie autorità ed enti pubblici li hanno sconsigliati a più riprese.
Antonio Saccone