Foto: MMC RTV SLO
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Patrizia Vascotto era di casa a Trieste. Qui era nata, qui aveva studiato e svolto per gran parte la professione di insegnante. Brevi parentesi professionali l'avevano portata in Slovenia, all'Università di Lubiana in qualità di lettore di lingua italiana. Conosceva e parlava perfettamente lo sloveno, collaborava da pubblicista a testate italiane e slovene, ma conosceva anche molte altre lingue, traducendo spesso dallo sloveno, spagnolo, francese. La sua preparazione didattica e linguistica si completava con l'innata capacità organizzativa e infatti riusciva a coinvolgere le persone, a portare in porto progetti. Non a caso per quasi vent'anni ha presieduto a Skupina – Gruppo 85 di Trieste, una delle organizzazioni culturali più attive nella creazione e consolidamento del dialogo tra le culture italiana e slovena. Per non dire del ruolo attivo e propositivo sostenuto sin dall'inizio negli incontri letterari transfrontalieri Forum Tomizza, ideati nel 2000 dallo scrittore Milan Rakovac in omaggio all'amico fraterno Fulvio Tomizza. Patrizia Vascotto aveva radici istriane e aveva fatto proprie le aspirazioni di Tomizza al dialogo e alla collaborazione, al superamento delle divisioni imposte ingiustamente dalla storia. A Trieste veva dato la possibilità alla comunità triestina di scoprire l’anima slovena di una città multiculturale e multietnica con l’annuale rassegna La cultura torna al centro: il mese della cultura slovena in città. A Patrizia Vascotto piaceva anche scrivere, molta prosa e marginalmente poesia. Al centro della sua riflessione il mondo interiore: l’uomo nelle sue contraddizioni e duplicità, l’uomo con i suoi sogni e le sue paure, l’uomo nel suo relazionarsi agli altri. Una testimonianza autentica di vita e di pensiero.