Alunni in vacanza e docenti sui banchi per un importante appuntamento di formazione in servizio, in assoluto il più longevo fra i tanti dedicati al mondo della scuola della minoranza italiana in Istria e a Fiume: il Seminario di lingua e cultura italiana, tornato quest'anno alla formula in presenza. Edizione numero 58 e come da qualche tempo a questa parte veste rinnovata, con l'accento posto sulle attività di laboratorio, per un coinvolgimento diretto dei corsisti e l'acquisizione di competenze concretamente spendibili in classe. Tra i partecipanti, oltre settanta, anche un piccolo gruppo di insegnanti di italiano delle scuole di lingua slovena e di studenti universitari.
Tema di approfondimento, la didattica della lingua, a partire dai punti critici dell'italiano contemporaneo fino ad aspetti quali la motivazione allo studio del nostro idioma, di particolare importanza in una situazione di plurilinguismo, in cui l'italiano si configura come lingua minoritaria. "L'importanza delle offerte formative insite nel seminario - ci spiega il consulente pedagogico Sergio Crasnich - sta nel fatto di mettere al centro della riflessione linguistica gli aspetti di tipo pedagogico ma anche neuropsicologico legati ai processi di acquisizione e a come 'passa' negli alunni l'assorbimento delle componenti linguistiche. Aspetti su cui in passato non ci si soffermava perché venivano considerati o poco conosciuti e comunque non rilevanti, e che invece sono entrati negli ultimi dieci al centro della riflessione anche degli studiosi di didattica della lingua".
Per i tre giorni di lavori, relatori di eccellenza: i linguisti Giuseppe Patota, Paolo Balboni e Fabio Caon, ai quali si affiancherà in occasione della chiusura di mercoledì lo scrittore (e docente) udinese Angelo Floramo, ospite d'onore.
Intanto stamane in apertura di seminario gli indirizzi di saluto del presidente della Can costiera Alberto Scheriani e del nuovo console generale d'Italia a Capodistria Giovanni Coviello, che ha iniziato il suo mandato dal primo ottobre. Poi il via alla lezione del professor Patota, accademico della Crusca e noto divulgatore, che in omaggio al settecentenario dantesco e alla XXI Settimana della lingua italiana nel mondo appena conclusa ha parlato della lingua di Dante, base dell'italiano attuale.