Evidenziato dalla connazionale Clio Diabate del gruppo Unitarietà-Insieme, il diritto linguistico è stato negato questa volta dall'ufficio capodistriano dell'Istituto nazionale per l'assicurazione sanitaria. Le delibere sull'introduzione del contributo sanitario obbligatorio, inviate nelle scorse settimane ai cittadini interessati, sono redatte solo ed esclusivamente in sloveno. "Il documento è stato rilasciato in base alla legge sulla procedura amministrativa, la famosa ZUP, e nel territorio nazionalmente misto avrebbe dovuto essere inviato in versione bilingue proprio perché rivolto a tutti i cittadini che abitano quest'area", spiega Clio Diabate e aggiunge: "Non potendo sapere a priori se il destinatario appartiene o meno alla CNI, la legge prevede che tutti i decreti siano bilingui". La nostra interlocutrice racconta di aver presentato ricorso e di aver successivamente ricevuto la delibera in lingua italiana, mentre contemporaneamente ha informato del caso anche il Tutore dell'Uguaglianza della Repubblica di Slovenia. "Mi rendo conto che per un cittadino medio è difficile stare dietro a queste questioni e combattere queste battaglie, anche solo comprendere che un diritto è stato violato", constata la Diabate, che attraverso le reti sociali e la pagina di "Unitarietà Insieme" cerca di informare -come dice- il maggior numero possibile di persone e invitarle a fare lo stesso perché solo in questo modo si riuscirà a frenare una prassi che vuole instaurare la nuova procedura, ossia quella della lingua italiana su richiesta.
Sulla vicenda abbiamo interpellato anche Alberto Scheriani, presidente della Comunità autogestita costiera della nazionalità italiana, che parla di un diritto negato. "Mandando questo tipo di informazioni, l'Istituto nazionale per l'assicurazione sanitaria ha sbagliato, ha sbagliato tantissimo, anche perché in passato le comunicazioni erano bilingui, quindi non riesco a capire le ragioni di questo cambiamento", ci ha detto Scheriani ed ha aggiunto: "Devo dire che noi, come comunità italiana, siamo sempre vigili sulle problematiche che si susseguono di giorno in giorno, e anche su questo caso siamo intervenuti con una lettera di protesta all'Istituto, missiva che intendiamo inoltrare anche ad altri indirizzi governativi perché non è possibile che ogni qualvolta ci siano delle novità, queste non siano spiegate in modo bilingue". Il presidente della Costiera, rileva che in questi giorni sono state registrate anche altre violazioni relative - questa volta - agli uffici delle imposte. "Siamo intervenuti anche lì, ma torno a ripetere che queste cose non sono giuste e non sono conformi alle leggi e agli statuti comunali, ma soprattutto violano l'articolo 11 della Costituzione slovena che parla della parità delle lingue slovena ed italiana nei territori nazionalmente misti", ha concluso Scheriani. (lpa)