"Rientriamo a casa certi che esiste un'Assemblea UI che conta 75 consiglieri eletti nelle circoscrizioni elettorali , ovvero nelle 52 comunità di Slovenia e Croazia", così il presidente dell' Assemblea Paolo Demarin, al termine di una seduta che potremmo definire difficile e sofferta avviata con l'approvazione del bilancio consuntivo e proseguita con il dibattito sulle novità arrivate dalla consulta dell' UI di Capodistria, punto che stato incluso nell'ordine del giorno dopo una consultazione con i consiglieri.
Ed è stata Daniela Ipsa a spiegare le ragioni che hanno portato 7 degli 8 membri dell'organismo a nominare un nuovo coordinatore dell'UI capodistriana. "Era necessario un adeguamento alla normativa slovena, il nostro unico intento è arrivare a un Unione forte, unica e unita", ha assicurato la consigliera piranese. "Una mossa che viola le disposizioni statutarie e manca di rispetto a questa Assemblea", ha ribattuto il presidente dell'Unione italiana Maurizio Tremul destituito dall' incarico di coordinatore, funzione che ricopriva in virtù del tanto discusso articolo 9 del Regolamento di procedura interno. "Un atto che sancisce perentoriamente la divisione dell'UI in due", ha aggiunto ricordando le ragioni della nascita e registrazione dell'associazione in Slovenia, avvenuta nel 1998. "Auspico che si faccia un passo indietro anche perché la votazione della Consulta, in assenza e all'insaputa dell'Assemblea e di tutti gli organi dell'UI potrebbe portare inevitabilmente alla nostra divisione", ha aggiunto il presidente della Giunta esecutiva Marin Corva.
La discussione ha fatto emergere il malcontento, il risentimento di una parte dell'Assemblea che si è vista scavalcata. In tanti come Arianna Braico Gall, Mauro Graziani, Ardemio Zimolo, Diriana Delcaro Hrelja per citarne alcuni hanno criticato il metodo di segretezza e quasi cospirazione con il quale la consulta ha portato avanti l'operazione. "Un insulto per noi consiglieri e per la CNI, per tutti quelli che credono nell'indivisibilità che ci deriva dalla nostra autoctonia", ha detto Enea Dessardo mentre Antonella Degrassi oltre che a esprimere insoddisfazione per "l'atteggiamento scorretto dei consiglieri della Slovenia" si è dichiarata delusa per la poca determinazione con la quale i vertici UI hanno affrontato la vicenda.
Di parere opposto Gianclaudio Pellizzer che ha parlato della collisione tra gli atti interni e del mancato rispetto delle regole e ha invitato tutti a calmare le acque. "Se son stati fatti passi falsi passiamoci sopra", ha detto il consigliere rovignese mentre Gaetano Benčić si è dichiarato convinto che "questa è un' occasione da non perdere per avviare le riforme strutturali, rinnovare lo statuto e il sistema".
Da segnalare ancora gli interventi di Maia Nerina Bertok e Liana Vincoletto, esponenti delle Comunità di Ancarano e Bertocchi che, critiche del modus operandi della consulta capodistriana nella quale non sono incluse, hanno affermato: "E' stata divisa non solo l'Unione italiana, ma anche il capodistriano". "Non ci sono né vinti né vincitori, siamo tutti perdenti", la constatazione di Robi Štule, consigliere della CI Besenghi degli Ughi di Isola, che - ricordiamo- fa parte della Consulta di Capodistria dove ha votato per il nuovo coordinatore.
Da ricordare infine che quella di ieri sera è stata una prima discussione sull'argomento che sarà riproposto a breve in una seduta tematica dell' Assemblea.
Lionella Pausin Acquavita