Un argomento che sta suscitando grande interesse nel mondo minoritario, diviso e polarizzato più che mai con un'atmosfera che ci riporta- per chi l'ha vissuta - a quei primi anni '90 e alle spaccature, anche interne, relative alla registrazione dell'UI in Slovenia. L'iniziativa avviata dai 12 consiglieri, 8 "sloveni" e 4 "croati" viene vista da una parte come una minaccia all'unitarietà della massima istituzione che rappresenta la Comunità nazionale italiana in Croazia e Slovenia, un tentativo di divisione e smembramento del corpo minoritario che nonostante gli alti e i bassi, le difficoltà e i pregiudizi, ha saputo per più di trenta anni mantenersi unito e coeso. Dall'altra, la proposta dei riformatori sarebbe volta invece ad armonizzare le norme interne, a "legalizzare" l'operato dell'UI capodistriana con l'intento finale di rafforzare l'omogeneità e la compattezza della CNI. Concordi sulla necessità di migliorare il sistema Unione dopo i tanti, numerosi tentativi falliti, non si possono però trascurare alcuni dubbi sulle modalità, e nessuno ne nega la legittimità, con le quali si cerca ora di perfezionare il meccanismo che - nel bene e nel male - ci sta tenendo uniti. Tra queste emerge il silenzio dietro al quale si sono trincerati gli otto firmatari, alcuni poi sconfessati dai propri sodalizi, che rappresentano in Assemblea le Comunità di Pirano, Capodistria e le due isolane. In questi giorni nessuno di loro ha voluto spiegare motivi e ragioni - torniamo a ribadire legittime - di un'iniziativa che li vede coinvolti in prima persona. Sarebbe stato forse più utile sentire loro per comprendere difficoltà ed eventuali disagi che non leggere, come abbiamo avuto modo di fare in questi giorni, i pareri favorevoli e contrari di esperti, avvocati, studi legali operanti nell'uno o nell'altro paese. Vada come vada, è l'Assemblea, il luogo del dialogo e confronto democratico che -si spera- sia sereno e pacato su questo come su altri argomenti- forse più urgenti ed importanti- che riguardano il futuro della CNI. L'auspicio è che interessi di parte e personalismi siano lasciati a casa e che ci si rivolga veramente, con coerenza, obbiettività e realismo al domani.
(lpa)