“Un Poklukar ben disposto e concorde sulla necessità di ottemperare gli articoli costituzionali che interessano le due comunità nazionali”, ci ha raccontato Žiža al termine dell’incontro che i due esponenti minoritari attendevano da mesi. Forti anche delle risoluzioni del difensore civico e del tutore del principio di uguaglianza che indicavano- senza mezzi termini - una violazione del rispetto della pariteticità linguistica, che la Costituzione e altre normative assegnano a sloveno-italiano-ungherese nelle aree nazionalmente miste, Žiža e il deputato magiaro Horvat, sono riusciti a portare a casa la promessa che si rimedierà all'errore . “Noi siamo stati molto convinti nelle nostre dichiarazioni e nelle nostre pretese, asserendo che il nuovo documento biometrico che rispetta condizioni di sicurezza e validità europee non tiene invece in considerazione le normative nazionali”, ci ha dichiarato al termine dell’incontro il parlamentare della CNI Felice Žiža ed ha aggiunto: “Il ministro ci ha dato ragione ed ha promesso che le attuali carte d’ identità saranno sostituite”.
Si dovrebbe dunque ritornare ai documenti che nelle aree bilingui collocano - a stessi caratteri e grandezza - lingua slovena, italiana o ungherese e infine inglese, lingua quest’ultima, che da un anno a questa parte era collocata al secondo posto invalidando l’ufficialità e la pariteticità delle lingue delle due minoranze allo sloveno. “Con il ministro abbiamo concordato di risentirci tra qualche settimana, lui dovrà consultare il governo ed il premier Golob”, ha spiegato ancora Žiža consapevole delle difficoltà amministrativo-organizzative e finanziarie che il ritorno alla vecchia prassi comporterà, ma altrettanto fermo però nella sua richiesta. “Se non ci si atterà a quanto deciso oggi allora non avremo altra opzione che rivolgerci alla Corte costituzionale”, ha affermato il deputato della CNI che prevede un termine del massimo sei mesi per riparare all’ equivoco.
L’esito dell’incontro tra Žiža e Poklukar è stato accolto con grande soddisfazione dal presidente della Comunità autogestita costiera della nazionalità italiana Alberto Scheriani. “Abbiamo lavorato in sinergia, con il deputato e con tutte le istituzioni CNI del territorio; ci siamo rivolti alle istituzioni preposte che ci hanno dato ragione e dunque siamo contenti del risultato che oltre che a garantire un diritto costituzionale rispetta i nostri diritti acquisiti”, ha detto l’esponente della Costiera.
Lionella Pausin Acquavita