“La situazione è complessa”, ha detto la presidente della commissione per le questioni della nazionalità del Comune di Pirano Nadia Zigante, introducendo il punto relativo alla proposta della locale CAN di ripristinare la denominazione del toponimo storico di Santa Lucia, sostituendo solo nella versione italiana l’attuale nome, Lucia, introdotto dal regime jugoslavo negli anni Sessanta. Un modo, questo, di venire incontro alle sensibilità di tutti i cittadini del Comune e di raggirare le resistenze di quelli della maggioranza che non vogliono assolutamente vedere cambiato l'attuale nome.
"È una richiesta che portiamo avanti da tantissimi anni, ma non è mai passata", ci ha detto la presidente della commissione Nadia Zigante spiegando che, "noi isistiamo perchè vogliamo ripristinare un nome che ci appartiene e che pensiamo che sia giusto che appartenga anche oggi a questa località". "Un paio di anni fa abbiamo fatto un dibattito pubblico nella comunità locale di Santa Lucia e proprio la nostra gente aveva proposto di ripristinare il nome solo in italiano e di lasciare alla popolazione di maggioranza la decisione per quanto riguarda il nome in sloveno", ha spiegato e perciò, ha aggiunto, "noi abbiamo intrapreso questa strada ed ora aspettiamo di vedere quale sarà l'iter legale e amministrativo per poter raggiungere questo obiettivo".
La strada è, quindi, ancora lunga, anche se in questa fase non dovrebbero esserci intoppi visto che il sindaco Andrej Korenika all'inizio del suo mandato aveva espresso la sua disponibilità a portare avanti questo progetto. Più incerto il voto in seno al Consiglio comunale, che potrebbe essere coinvolto in seconda battuta; ma in questo momento per la locale Comunità Nazionale potrebbe essere già un motivo di gioia il fatto che si intraveda l'avvio dell'iter per la reitroduzione del toponimo.
Oltre che sul ripristino di Santa Lucia la commissione ha fatto propria la richiesta della CAN di reintrodurre il nome San Bernardino. Anche su questa denominazione si tratta di riportare il nome alla sua forma originale, in modo da garantire alla Comunità Nazionale Italiana la possibilità di esercitare un diritto sancito per le minoranze etniche da tutti i trattati internazionali: quello di chiamare i luoghi con i propri nomi.
Barbara Costamagna