Si fa sempre più serrato il dibattito sulle modalità di voto per scegliere i deputati delle comunità nazionali al parlamento sloveno. Dopo il sì di mercoledì al maggioritario secco venuto da Capodistria, ieri è venuta da Isola la preferenza al il doppio turno. Il presidente della locale Comunità autogestita della nazionalità, Marko Gregorič spiega che una ampia maggioranza della sua assemblea ha detto sì a modalità simili a quelle usate per scegliere i sindaci. “Un sistema- precisa Gregorič- che ad Isola consideriamo più adeguato vista la nostra realtà. Con un maggioritario a turno unico partono favoriti i candidati delle città più grandi come Capodistria o Pirano, che possono contare da una base elettorale più ampia rispetto alla nostra o a quella di Ancarano”. Per gli isolani però non è solo una questione campanilistica. “Si è posto il problema della legittimità di chi andrà a rappresentare la comunità nazionale- prosegue il presidente della Can- se pensiamo alle ultime elezioni amministrative ad Isola sarebbe diventato sindaco Evgenij Komljenec con il 22% delle preferenze. Noi crediamo sia troppo poco e che ciò non dia la dovuta legittimità al candidato. In sintesi, se è possibile sceglier,e noi preferiamo il maggioritario a doppio turno, che fa arrivare l’eletto al 50%+1 dei voti”.
Quella degli isolani, però, non sembra essere una posizione dura, tanto che nessuna ostruzione è prevista per i lavori della riunione di oggi della Comunità autogestita Costiera, chiamata a decidere sulla questione. “C’è sempre spazio per il dialogo. Noi - precisa Gregorič - ci rendiamo conto che vanno tenute in debita considerazione le opinioni dei nostri colleghi di Capodistria, Ancarano e Pirano, bisogna sentire cosa ne pensano gli amici ungheresi e poi la norma deve essere approvata dal parlamento. Ci sono tanti fattori in gioco, noi siamo sempre disponibili al dialogo e penso che da parte nostra non ci saranno out-out. Ne parliamo e vediamo di chiudere”.
Un dibattito quello odierno che, però, forse arriva troppo tardi, ma al di là dei pareri sul maggioritario o sul doppio turno Gregorič sottolinea che da tutta questa questione emerge che “bisogna parlarsi di più, coordinarsi di più, organizzare più volte dibattiti di questo tipo per arrivare a soluzioni quanto più condivise. Sicuramente in questa occasione è mancata un po’ di comunicazione al nostro interno. Il dibattito andava fato prima, ma l’importante è che alla fine se ne discuta”.
Lunedì comunque ci sarà una replica con la consultazione organizzata dall’Unione italiana. Parlarne tutti assieme non era possibile? Per Gregorič “discutere su temi così delicati in tanti è difficile, ma fa bene. È un po’ come le nazioni unite. Ci sono parti che non si sopportano, ma poi stanno sedute tutte assieme e provano a dialogare. Il dialogo è benvenuto”.
Stefano Lusa