Dibattito pubblico ieri sera a Palazzo Gravisi, sede della comunità degli italiani di Capodistria, sul processo di riforma istituzionale e strutturale dell'Unione Italiana. All'incontro promosso dal presidente di Unione Italiana Maurizio Tremul erano presenti numerosi connazionali anche dei sodalizi di Crevatini, Bertocchi e Ancarano e gli esponenti istituzionali della CNI. E' stata l'occasione per dibattere anche di questioni che esulano dallo statuto di Unione italiana e che riguardano i diritti specifici della minoranza italiana sul territorio.
Un'Unione Italiania burocraticamene più snella, nuove politiche giovanili, interventi edilizi nelle sedi delle comunità degli italiani di Bertocchi e Crevatini, la convocazione di un' assemblea tematica sul mondo della scuola tra le proposte emerse durante il lungo e articolato dibattito sulla riforma dello statuto dell'Unione che, anche grazie agli interventi del pubblico, si è allargato a tematiche specifiche che riguardano i diritti della comunità nazionale italiana, il mancato rispetto del bilinguismo, la lingua italiana nelle scuole, la tutela del patrimonio culturale, la strategia in campo culturale, per citarne alcuni. Per il presidente dell'UI Maurizio Tremul "diventa un momento in cui si pongono molti problemi che vanno anche al di là di quello che è la semplice riforma dell'Unione o le semplici competenze dell'Unione perché si coglie questo momento di discussione, di dibattito, di incontro e di dialogo."
I connazionali chiedono maggiore collaborazione tra le istituzioni della minoranza italiana sul territorio, ognuno nel rispetto dei propri ruoli e delle proprie competenze. Le polemiche a distanza tra gli esponenti delle istituzioni della CNI, degli ultimi giorni, non fanno bene alla comunità nazionale italiana, opinione di diversi connazionali.
"Questa occasione di dibattito sullo statuto ha consentito", ancora Tremul ai nostri microfoni, "all'onorevole Felice Žiža, al presidente della CAN Costiera Alberto Scheriani, al vicesindaco nonchè presidente della CI di Capodistria Mario Steffè ed ad altri di partecipare e cogliere questa opportunità per esprimere la loro opinione, ma anche di parlare delle attività che la propria istituzione fa in favore dei connazionali. Tutti hanno avuto il tempo che hanno voluto per poter esprimere la propria opinione. Quindi in realtà l'Unione italiana mette a disposizione un luogo in cui ci si può confrontare ed è questo comunque un risultato, perché alla fine ci possono essere comunque le polemiche, opinioni diverse, tutto quello che vogliamo però devi creare un luogo dove poterlo fare. Alla fine ti devi confrontare e devi argomentare le tue posizioni e spiegarle e tutto deve essere fatto sempre più in maniera pubblica e trasparente".
Come rilevato dal presidente Tremul ognuno ha avuto la possibilità di intervenire, senza filtri nè limitazioni di tempo. Nessun riferimento diretto alla polemica sulla nomina del vicesindaco italiano a Capodistria. Se da un lato Scheriani è tornato a rivendicare la soggettività della comunità nazionale italiana e a sottolineare la necessità di collaborare tra tutte le istituzioni della CNI, ognuno per le proprie competenze per "evitare il caos", dall'altro Steffè ha sottolineato come queste occasioni di confronto diretto sono necessarie per far emergere le cose che non vanno, anche sconforto, risentimento o senso di frustrazione, ma che nonostante le difficoltà i progressi ci sono. (ld)