Una conferenza stampa sugli avvenimenti dell’Assemblea UI di mercoledì ad Albona che il presidente Demarin ha voluto posticipare di qualche giorno, per non inquinare - come ha detto - le festività pasquali ai connazionali. Ripercorrendo le tappe salienti che hanno coinvolto i vari organismi UI, prima e dopo la riunione -segreta e disgiunta- della Consulta capodistriana e della nomina del suo nuovo coordinatore, egli ha ricordato come si è arrivati a quella "confusione generale che potrebbe avere dei pericolosi contraccolpi politici per l’Unione italiana di Fiume”. Demarin non ha nascosto incongruenze e contraddizioni tra documenti fondanti, regolamenti interni, legislazioni statali che bisogna ora - questo l’invito - armonizzare tutti assieme, ma non ha celato nemmeno il suo disappunto per le decisioni separate dei consiglieri UI della Slovenia ed in questo contesto ha ribadito più volte che si tratta di consiglieri dell’Assemblea unitaria e non di un organismo a sé stante. Ha ricordato inoltre l’assurdità della situazione che impone e giustifica comportamenti divergenti alle tre massime cariche dell’Unione italiana. “È stato dichiarato apertamente che la riunione della Consulta è illegale, tuttavia ora ci rapportiamo e collaboriamo istituzionalmente con un coordinatore nominato illegalmente perché il presidente UI e quello della Giunta esecutiva, dicono di rispettare le leggi slovene”, ha affermato Demarin ed ha aggiunto: “Perciò i legali rappresentanti rispettano la delibera e le normative slovene mentre all’Assemblea e ai consiglieri, che subiscono pressioni di ogni genere viene richiesto di ripristinare la legalità, ovvero rispettare l’articolo 9, espellere i 7 consiglieri, confermare il presidente UI a coordinatore”.
Demarin ha fatto capire comunque che l’unica via per uscire dall’impasse e per ricucire lo strappo è di unire le forze e armonizzare gli atti interni, partendo dalla base, dal punto di forza che è lo Statuto dell’Unione italiana di Fiume. Ringraziando tutti per i numerosi messaggi di sostegno ricevuti in questa settimana, la sua richiesta ai 75 consiglieri dell’Assemblea che saranno riconvocati in seduta dopo le parlamentari croate, sarà quella di dargli mandato per la costituzione di un tavolo di lavoro che corregga e riscriva i passi incoerenti dei documenti fondamentali dell’Unione italiana.
Lionella Pausin Acquavita
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