"El Festival più bel del mondo" , dice di sé il Festival dell'istroveneto, e di certo il pubblico sarebbe pronto a confermare, visto il riscontro di una manifestazione che, di anno in anno, dimostra di riscuotere crescente successo. E' una questione culturale, il segno delle radici, che gli italiani dell'Istria non vogliono perdere. Il dialetto come voce inimitabile del patrimonio antropologico e comunitario, e quindi strumento espressivo da salvaguardare e trasmettere alle future generazioni. Questa nuova, settima edizione, fa sapere l'Unione italiana, si articolerà in sei giornate, con un prologo all'Università di Pola il 4 giugno e apertura ufficiale il 5 a Buie, da sempre cuore di un appuntamento del quale non solo la Regione Istriana ma anche la Regione Veneto riconosce l'importanza e il valore culturale, concedendo alla manifestazione il proprio patrocinio. Al centro del programma, le tre serate di Dimela cantando, festival della canzone inedita in istroveneto che il 7 giugno toccherà la città di Muggia e l'8 Capodistria per concludersi con il gran finale il giorno successivo a Buie, ospite il duo comico pordenonese I Papu, che in rete hanno già lanciato l'invito: "ve spetemo in Piazza de Buje all'ora de cena". Ma ci saranno anche una rassegna teatrale, la premiazione dei concorsi letterario e video, mostre e concerti. Per le scuole, laboratori didattici a Buie e a Umago, dedicati ai bambini delle elementari e agli studenti delle superiori. Incoraggiati a scoprire, per esempio, la grafia del dialetto. L'istroveneto alla prova della modernità.
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