Antonio Rocco, vicedirettore generale di RTV Slovenia per i programmi per la comunità nazionale italiana, interviene in merito alla risposta del Ministero sloveno della pubblica amministrazione sul contenzioso italo sloveno sulle frequenze radio di confine e l'ipotesi di riassegnare una delle frequenze di Radio Capodistria.
"Mi sembra di capire che la frequenza 103.1 FM rimane sul tavolo come una delle possibili opzioni nel caso in cui non ci siano a disposizione altre vie - Rocco ai microfoni della trasmissione Glocal - non siamo riusciti ad ottenere alcuna assicurazione in merito. E' una situazione molto delicata, penso che sarebbe necessario effettivamente che su queste cose anche lo stesso Ministero faccio una riflessione prendendo in considerazione il contesto più ampio. Personalmente spero sia solo una specie di forma di pressione per ottenere l'apertura di un tavolo di dibattito con la controparte italiana. D'altra parte però penso che se le cose vengono dette e scritte è possibile che ad un tratto si realizzino e a quel punto sarebbe veramente molto grave perché a quel punto Radio Capodistria essere ridotta a un lumicino, e questo sarebbe di un danno enorme sia per la nostra emittente sia per la comunità nazionale italiana che vive in quest'area."
"Evidentemente sono tanti e tali i conflitti aperti - prosegue Rocco - che la situazione ormai sembra essere arrivata un punto di non ritorno. Quello che possiamo solo auspicare è l'apertura di un dialogo politico, perché ora solo a livello politico le cose si potranno risolvere, neppure i tribunali sarebbero in grado di farlo. Naturalmente sono cose che vanno risolte anche a livello di principio e non solo livello pratico. Qui forse la situazione è più difficile. L'Italia difficilmente potrà fare marcia indietro su queste frequenze che sono state assegnate alle varie emittenti lungo il confine. Diciamo che sono un po' pessimista. D'altra parte spero che comunque il dialogo che si instaurerà porterà comunque a qualche piccola soluzione che ci escluda a priori dalle situazioni di scambio o comunque di soluzioni pratiche che alla fine hanno delle implicazioni politiche molto importanti. Spero che ci tengano fuori da un problema che non è nostro. C'è il timore che la minoranza italiana sia messa sul piatto politico come merce di scambio; è una cosa che va oltre il nostro potere di intervenire e di mediare."
Annunciata per il prossimo 6 marzo una riunione del Comitato di programma per i programmi italiani nel corso della quale verrà affrontata anche la problematica delle frequenze e il piano di programma.(ld)