Nel piccolo camposanto di Santa Domenica si sono dati appuntamento gli esponenti di tutte le istituzioni della CNI, uniti - come è stato detto - da un obiettivo condiviso che è quello di ricordare il passato per guardare al futuro con la speranza che si rafforzi il percorso di pacificazione e riconciliazione compiuto in questi ultimi anni. "Abbiamo l'obbligo di ricordare fatti che furono deleteri per gli italiani di queste terre" ha detto Gianclaudio Pellizzer, presidente del Consiglio della minoranza italiana della Regione istriana e ha aggiunto: "Purtroppo l'uomo non ha imparato dalla storia e lo vediamo da quanto sta accadendo nel mondo, perciò con questo gesto vogliamo dare un segnale di speranza soprattutto ai nostri giovani affinché sappiano la nostra storia e costruiscano il futuro con dignità, compostezza e rispetto verso tutto e tutti". Pensiero condiviso pure dal presidente del Consiglio della CNI della Regione litoraneo-montana, Flavio Cossetto che ha affermato: "Dobbiamo ricordare e non dimenticare, ma nello stesso tempo dobbiamo andare avanti e mantenere viva la nostra lingua e cultura".
"Le tragedie del passato hanno contribuito a forgiare il nostro presente" ha detto la vice-presidente della Regione istriana Jessica Acquavita convinta che le ferite procurate dalla storia hanno contribuito a rinsaldare i valori del rispetto e della convivenza che sono diventati il modo di vivere ed essere istriano. "Ricordare ciò che è stato ci aiuta a comprenderne il significato e la fatica fatta per raggiungerli" ha detto la Acquavita. "Ricordare è un dovere, ma non diventi strumento di nuove divisioni, bensì comprensione delle tragedie e delle memorie altrui", ha affermato tra le altre cose il presidente dell'Unione italiana, Maurizio Tremul. Egli ha auspicato che il Giorno del Ricordo diventi un momento di riflessione sui torti subiti da noi, ma anche dalle altre popolazioni autoctone, slovene e croate, di queste terre e che il percorso di pace prosegua coinvolgendo la società civile e diventi patrimonio comune e condiviso di tutta la popolazione di queste terre. (LPA)

Foto: Radio Capodistria
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